BERLUSCONES

Cirio prepara il patto della trifola

Il governatore piemontese si è molto speso in queste ore per evitare lo scisma di Toti. "Felice della soluzione trovata da Berlusconi". Annuncia la sua presenza il 6 luglio al Brancaccio e, intanto, fa il pontiere con Tajani

Era pronto a fare il pompiere ma, scongiurati fuoco e fiamme tra Silvio Berlusconi e Giovanni Toti, il governatore del Piemonte Alberto Cirio vestirà assai più volentieri i panni del pontiere: la sua prima missione, data ancora da destinarsi, sarà portare allo stesso tavolo (magari con l’immancabile tartufo che lui è in grado di reperire anche fuori stagione) lo stesso suo omologo ligure e Antonio Tajani.

Smussare gli spigoli che ancora appaiono vivi tra i due non sarà impresa impossibile per Cirio che sia con l’uno che con l’altro ha sempre mantenuto ottimi rapporti, ricambiato con generosità anche in occasione della campagna elettorale. Anche per questa ragione, la mossa di ieri del Cav e l’allontanamento dall’orizzonte azzurro di venti di scissione ha tolto il presidente della Regione da un comprensibile imbarazzo e lo ha fatto sciogliere gli indugi: il 6 luglio sarà al teatro Brancaccio all’iniziativa di Toti, ormai con una connotazione senza possibili evoluzioni traumatiche e, come ha detto parlando con i suoi lo stesso Cirio “in un clima sereno”, senza ipotesi o rischi di spaccature, “come ho sempre auspicato”.

Annunciando la sua partecipazione all’evento romano, il governatore non ha mancato di sottolineare il suo essere “molto felice del fatto che il presidente Berlusconi abbia trovato un meccanismo di sintesi che abbia permesso a tutte le voci di Forza Italia di rimanere all'interno del contesto del mio partito”.

Si dice anche convinto che l’iniziativa di Toti “possa essere un momento in cui si potrà tranquillamente riflettere di quello che é il futuro di un grande partito che vuole continuare ad essere un partito grande". Il miracolo di Silvio, al quale ha contribuito non poco Piersilvio con cui Toti ha un strettissimo rapporto di amicizia che travalica l’ambito professionale dell’ex direttore del Tg4, in meno di ventiquattr’ore ha trasformato tutti (o quasi) gli azzurri in totiani, incomiciando dal capo degli azzurri piemontesi Paolo Zangrillo. Una mutazione che certo non può dirsi sia avvenuta per Cirio, il cui rapporto con il suo collega ligure (e prima a Bruxelles) è da anni intenso così come l’amicizia e una certa visione del partito.

Quest link con Toti, rafforzato e palesato in più occasioni, non ha tuttavia mai impedito a Cirio di conservare quello altrettanto solido con il presidente uscente del Parlamento Europeo che, come noto, non ha proprio un feeling con il presidente della Liguria. Anche per questo forse il governatore del Piemonte potrebbe essere la persona giusta per ridurre le distanze tra i due, favorendo un incontro chiarificatore. E quando si era ipotizzata una gestione allargata della fase di transizione del partito e prima di chiudere sulla coppia Toti-Carfagna, tra i nomi della squadra di “saggi” era entrato proprio quello di Cirio.

“Meglio che sia andata com’è andata”, ha confidato apprezzando la soluzione del Cav, ma tant’è non è un caso che si sia pensato a lui in una fase molto delicata per il partito e gli equilibri interni. Insomma, meglio pontiere che pompiere. E certo a Cirio le doti, soprattutto per esercitarsi in quell’arte resa famosa da altrettanti famosi democristiani, non mancano. Neppure quel pizzico di fortuna e qualche provvidenziale coincidenza che non guasta mai. E che gli consentiranno di essere presente all’iniziativa del “carissimo Giovanni”, ma anche di non perdersi il suo cantante preferito: “Sono già d’accordo con il vicesindaco di Barolo che ha il balcone di casa proprio sulla piazza – spiegava oggi ai suoi –. Arrivo in tempo da Roma e poi cena da lui con sottofondo musicale di Al Bano dal vivo”. Manca solo gli chieda di cantare Azzurro.

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