LA NUOVA REGIONE

Un piano per rilanciare il Piemonte

Cirio annuncia un programma per la competitività della regione: infrastrutture e incentivi alle aziende attraverso i fondi europei. "Serve un investimento chirurgico per chi è rimasto indietro". Martedì il governatore al cda di Telt, giovedì vola a Bruxelles

Un Piemonte a bassa velocità: territori e settori quasi fermi che convivono con aree e comparti in grado di affrontare e spesso vincere le sfide dei mercati globali. Di fronte a questa fotografia che presenta una regione segnata da contraddizioni e disparità Alberto Cirio annuncia il varo, “a breve”, di un piano per la competitività. “Il piano – ha spiegato il governatore  a margine della presentazione del rapporto annuale dell’Ires sull'economia – avrà l’obiettivo da una parte di mettere sul tavolo dei percorsi chiari per le infrastrutture e la realizzazione di quello che anche oggi l’Ires ci dice, cioè che le infrastrutture sono fondamentali per lo sviluppo economico. Dall’altra parte dovrà mettere in campo tutti gli sgravi e gli incentivi che con i fondi europei potremo dare alle aziende che intendono investire in Piemonte”. In ultimo, “ma non per importanza, ci saranno le azioni per la sburocratizzazione. Questo purtroppo è un po’ più complesso – ha rimarcato – per cui presenteremo un piano specifico entro fine anno: vogliamo individuare dei percorsi agevolati, perché oggi la burocrazia è un costo che uccide le imprese al pari della crisi”.

In questo complesso di azioni, afferma Cirio, consiste il cambio di passo promesso in campagna elettorale. “Dobbiamo uscire da un cono d’ombra in cui ci troviamo che però non riguarda tutto il Piemonte. I dati complessivi ci dicono che abbiamo un’economia che rallenta, ma abbiamo alcune aree che vanno piano e altre che invece continuano ad aumentare la loro forza economica. Dobbiamo quindi fare un intervento mirato, di tipo chirurgico, e avere per ognuno dei territori del Piemonte una ricetta diversa”.

E riguardo a infrastrutture e collegamenti, il presidente non poteva che iniziare dando un preciso segnale sulla questione della Tav. Martedì mattina parteciperà al cda di Telt, a Parigi, “perché ci sarà l’insediamento del nuovo coordinatore nominato dalla Commissione Ue. Si tratta di una occasione importante e storica”. In tal modo Cirio vuole “rilanciare la necessità di partire e procedere speditamente con la parte italiana e, quindi, con i bandi”. Una priorità, quella della Torino-Lione, ma che non può far dimenticare la rete complessiva dei collegamenti. “Le infrastrutture sono fondamentali per il rilancio del Piemonte”, aggiunge, questo motivo, “parallelamente alla Tav lavoriamo sulle altre infrastrutture che occorrono”. In previsione dell’incontro con il ministro Danilo Toninelli, in calendario a inizio luglio, “stamattina ho analizzato il dossier che gli sottoporremo, parte dalle esigenze di Torino per quanto riguarda la speditezza dei lavori del lotto 1 della metropolitana e il proseguimento sul lotto 2. Il programma ha al suo interno anche l’Asti-Cuneo, il Terzo Valico, la Pedemontana, il Tenda, il collegamento ferroviario Novara-Milano, la questione della strada frontaliera del Vco fra Verbania e Locarno. Sono tutti nodi su cui vogliamo mettere non solo testa ma l’attenzione diretta per seguire con il ministero il loro andamento”.

Giovedì prossimo, inoltre, Cirio sarà a Bruxelles per chiedere una riprogrammazione delle risorse europee dell’attuale programmazione, sulla base di una ricognizione di quanto è ancora disponibile “Lo farò – chiarisce – non perché ci sia qualcosa di sbagliato nella programmazione attuale, ma perché quelle scelte sono state fatte legittimamente sulla base di esigenze di sette-otto anni fa, e in questo periodo il Piemonte è cambiato”. 

A margine del convegno il governatore è tornato a parlare di Fca, a poche dall’incontro che ha avuto assieme a Chiara Appendino con il top manager Pietro Gorlier: “Ai piemontesi diciamo innanzitutto che il loro presidente, così come il sindaco di Torino, stanno con gli occhi ben aperti per verificare che il piano industriale da cinque miliardi che Fca ha sottoposto all’Italia e al Piemonte venga realizzato in tutti i suoi aspetti. Ma nello stesso tempo riscontriamo che questo sta avvenendo e che entro il 2022 ci sarà la piena occupazione degli impianti piemontesi di Fca e che questa sarà garantita da una parte dall’investimento sull’elettrico, e dall’altra attraverso le nuove linee di Maserati”. Un prudente ottimismo, insomma. “Sull’elettrico c’è da dire che sarebbe riduttivo, da quello che ci è stato spiegato, parlare solo della 500. La 500 elettrica sarà una base di partenza, ma il fatto che il polo elettrico nasca proprio a Torino vuole dire che da qui partirà l’opportunità di sviluppare tutta la gamma di veicoli Fca che vanno nella direzione dell’elettrico”. Speruma bin.

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