O CAPITANO, MIO CAPITANO

Molinari mostra i muscoli al centrodestra ("ma agita la coda verso i grillini")

Il diktat del segretario piemontese e capogruppo della Lega alla Camera: "Fratelli d'Italia e berlusconiani dovranno adattarsi al nostro programma. Salvini non pensa a una coalizione a tre ma vuole inglobare anche forze nuove. Ed è lui il leader"

“Il centrodestra è un’esperienza apprezzata dagli italiani, vincente sui territori. In quale forma e in quale tipo di coalizione e in quale perimetro, perché Salvini chiaramente non pensa al centrodestra di tre partiti ma vuole inglobare anche forze nuove come Toti e movimenti civici, lo decideranno i segretari di partito. Adesso è prematuro”. Con queste parole Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario del Carroccio piemontese, recita il de profundis sulla coalizione che ancora ieri il suo antico leader, Silvio Berlusconi, alle consultazioni del presidente della Repubblica, manifestava la ferrea volontà di rilanciare. Il pretoriano del Capitano, in fondo, non fa che confermare ciò che da mesi è piuttosto evidente: “Ci sono differenze con Forza Italia e con Fratelli d’Italia, per questo bisogna pensare a una coalizione con la Lega al centro, con Salvini leader perché i rapporti di forza sono mutati. Eventualmente – afferma in maniera liquidatoria Molinari – sarà un problema di Forza Italia e Fratelli d’Italia adattarsi al programma della Lega”.

Toni che non sono piaciuti ad Andrea Delmastro, deputato e uomo forte in Piemonte del partito di Giorgia Meloni. “Spiace vedere che la Lega, con il capogruppo Molinari, agita i muscoli contro Fratelli d’Italia negli stessi precisi momenti in cui agita la coda verso il M5s”, replica. “La Lega sostiene che è questione di programma: quindi decrescita, reddito di cittadinanza e altre simili amenità sono questioni programmatiche condivise? Consiglierei maggiore prudenza nelle dichiarazioni, perché non è incomprensibile solo a noi, ma anche a molti italiani, la ragione per cui la Lega dovrebbe preferire governare con la sinistra Cinquestelle piuttosto che con la destra di FdI”.

“Quello che abbiamo detto agli amici del centrodestra è che bisogna lavorare tutti quanti per le elezioni e non subordinare la richiesta di elezioni a un accordo preventivo – spiega Molinari –. Noi chiediamo il voto perché è giusto che si faccia chiarezza dopo questa crisi politica ed è giusto che la prossima manovra venga affrontata da un governo con numeri solidi, legittimata dal voto popolare”. Una crisi, quella della maggioranza gialloverde, che a detta dell’esponente leghista, avrebbe origine dal voto del M5s su Ursula von der Leyen presidente della commissione Ue: “Proprio da lì nasce la crisi perché il 5 Stelle in parlamento italiano continuava a tenere delle posizioni eurocritiche: a chiedere meno austerità, a chiedere un’Europa più sociale, a contestare il Ppe… salvo poi andare in Europa e votare la von der Leyen quindi cambiare atteggiamento e prospettare una legge di bilancio con un deficit sotto il 2% che non ci avrebbe permesso di portare avanti il taglio delle tasse e il rifinanziamento di quota 100”.

Una rottura irreparabile? Neanche l’offerta a Luigi Di Maio di diventare premier sarebbe in grado di far tornare insieme i due (ex?) alleati? “Non è vero che abbiamo offerto palazzo Chigi, che si siano offerti nomi o persone”, assicura Molinari a Radio 24. “Noi siamo andati da Mattarella ribadendo la posizione principale della lega che è quella di un ritorno alle urne”. Possibile una nuova alleanza con M5s? “Nel caso in cui si prospettasse una maggioranza 5 stelle Pd, visto che non rinneghiamo parte del buon lavoro fatto, se quei problemi politici, quei no, quelle persone inadeguate vengono rimosse ci si può rimettere a parlare, ma è un’ipotesi residuale, quella principale è il voto”.

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