ECONOMIA DOMESTICA

Ponti d'oro alle start-up: 9 milioni per accelerare

Presentazione in pompa magna dell'ecosistema per l'innovazione. Grandi attese e molte promesse, ma finora l'unica cosa certa è che Techstars è planata a Torino grazie a ingenti finanziamenti. E per i conti (in rosso) delle Ogr Lapucci potrebbe lasciarci il posto

“Era giusto che il ministro dell'Innovazione venisse a dare un occhio, iniziasse a vedere questa best practice per riuscire a replicarla anche a livello nazionale”. Parlando di sé in terza persona e sottolineando come quella di ieri alle Ogr sia stata la sua prima uscita pubblica da titolare dell’Innovazione nel Governo giallorosso, Paola Pisano ha unito la sua autorevole voce al coro di compiacimenti con acuti di fiducia per l’arrivo di Techstars, l’acceleratore statunitense di startup, che ha scelto le Officine Grandi Riparazioni come sede italiana.

Una buona notizia, ci mancherebbe. Tuttavia, forse plaudendo all'inizio “di un'avventura, un primo gradino fondamentale”, come ha definito lo sbarco della società Usa Massimo Lapucci che di Ogr è il direttore generale (e segretario generale della Fondazione Crt che di Ogr è il munifico bancomat) non andrebbe tralasciato un aspetto nient’affatto irrilevante nell’approccio a un tema importante come quello degli investimenti e dell’attrazione di questi in una città e una regione che ne hanno  bisogno come il pane.

La domanda è semplice e la cifra è chiara: per quale ragione il colosso americano che opera nella crescita e sviluppo delle startup scommette – com’è stato ribadito con legittimo compiacimento – su Torino, ma lo fa (almeno in gran parte) con denaro non suo, ma della città e del territorio, ovvero con quel generosissimo impegno di Fondazione Crt, Compagnia di San Paolo e Banca Intesa che in tre anni fa nove milioni di euro?

Il fine è nobile, i risultati attesi degni dello sforzo finanziario, ma il dubbio altrettanto legittimo: per quale motivo il gruppo americano, altrove mette mano al portafoglio e qui invece passa ad altri il conto?  Nessuno si sogna di buttare, come si dice, il bimbo con l’acqua sporca e dunque rinunciare a un’occasione che presenta prospettive importanti per il tessuto economico della città, del Piemonte, per lo sviluppo e per l’occupazione. Ci mancherebbe. Il ritorno di quei nove milioni, 5,4 in costi di gestione e 3,6 in conto capitale, è più che auspicabile ci sarà, magari con un effetto moltiplicatore per le ricadute di cui si è appena detto.

“L ‘elemento di connessione con il passato dato da questo meraviglioso luogo, dove per anni si sono costruite e si è fatta manutenzione delle locomotive e oggi è un luogo d'innovazione e d'incontro, dove si può  guardare al futuro”, come ha osservato il presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo, dovrebbe appunto connettere anche la città (con la sua offerta la più ampia e completa possibile) agli investitori senza che, per dirla tutta, ci sia bisogno di remunerarli senza avarizia. Questo, ovviamente,non  vale solo per il nuovo ospite delle Ogr cui si affidano le speranze di “una città dove si può fare industria senza avere una fabbrica”, per usare ancora parole di Profumo.

"Dopo la grande settimana delle start up a giugno ora lanciamo il Techstars Summit. E questo – per Lapucci – ha un importante significato per noi perchè vuol dire che stiamo lavorando bene anche per colmare il gap che ci separa in termini di innovazione e tecnologia rispetto agli altri Paesi, ma significa anche che la città si rende attrattiva verso un grande acceleratore americano che lancia qui un programma triennale dedicato all'accelerazione di imprese in particolare sulla smart mobility". Oddio, dopo quell’aver allargato i cordoni della borsa, sarebbe mancato altro se Torino non fosse risultata attrattiva agli occhi del colosso yankee.

E mentre l'Ogr Techstars Summit apre una fitta agenda dei lavori, con conferenze, tavole rotonde e momenti di networking, dove founders, società, investitori e startup dell'intera rete mondiale Techstars potranno incontrarsi coinvolgendo fino a giovedì oltre 2mila persone, c’è chi in mezzo a tanto entusiasmo ne sprizza assai meno di fronte al bilancio della società Ogr, ente strumentale della Fondazione Crt che dopo aver acquistato nel 2013 l’ex impianto industriale lo ha trasformato con un’operazione eccezionale di recupero di un sito di archeologia industriale riconvertito a polo della cultura e della tecnologia. Con tanto di bar e ristorante, attività dalla vita già piuttosto travagliata.

Quegli oltre 14 milioni di costi a fronte dei 2 di ricavi, pur non scordando la mission della società, sembrano aver fatto storcere il naso a più d’uno nel board della cassaforte di via XX Settembre dove si sussurra di un raffreddamento del rapporto tra il segretario generale e il presidente Giovanni Quaglia, aprendo la strada a chi nutrirebbe dei dubbi circa la prosecuzione della gestione Lapucci di Ogr.

Dietro le ripetute inaugurazioni e i cori di soddisfazione nelle vecchie officine oggi fabbrica del futuro di una città senza fabbriche, forse c’è anche altro da vedere e valutare, senza perdere il positivo entusiasmo ma senza eccedere. “Non ci fermeremo qui, vedremo crescere Techstars, questo importante hub e lo supporteremo a livello nazionale”, ha promesso l’ex assessore di Chiara Appendino oggi ministro, definendo  "un'operazione di politica economica innovativa molto importante anche per il Paese”, l'arrivo a Torino dell'acceleratore di startup americano, attratto da più che convincenti argomenti.  

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