POLITICA & GIUSTIZIA

"Procedura regolare", ma i cimiteri erano il bancomat

La linea difensiva dei tre assessori della giunta Fassino Passoni, Lo Russo e Tedesco, indagati per falso. Sotto la lente della Procura l'extracanone da un milione versato nel 2015 da Afc al Comune. Per i pm quell'operazione servì a far quadrare i conti di Palazzo Civico

Ci fu una discussione accesa, uno scambio di vedute dai toni tutt’altro che pacati, il giorno dopo la richiesta dell’allora assessore al Bilancio Gianguido Passoni di un extracanone da un milione di euro all’Afc – azienda pubblica che gestisce i cimiteri per conto del Comune di Torino – utile a chiudere il previsionale del 2015. Da una parte il cerbero dei conti di Palazzo Civico, dall’altra i colleghi Stefano Lo Russo e Giuliana Tedesco. I tre ora sono indagati per falso ideologico in atto pubblico dai pm Gianfranco Colace e Laura Longo della Procura di Torino.

Venerdì scorso Passoni, Lo Russo e Tedesco si sono recati alla stazione dei Carabinieri di via Valfrè per la notifica degli avvisi di garanzia. Si dichiarano sereni, certi della correttezza di una procedura che peraltro è pubblica, al punto che l’indagine – un filone dell’inchiesta avviata nel 2014 sui rimborsi chilometrici gonfiati ai dirigenti di Afc – è stata svolta “per tabulas”, cioè attraverso gli atti, senza l’ausilio di intercettazioni o altri ausili investigativi.

Per capire cosa è successo è necessario partire dal 20 aprile 2015, quando il Consiglio comunale di Torino approva il conferimento in concessione ad Afc di 39 tombe di famiglia e 516 cellette per le ceneri. Più di un mese dopo, il 6 luglio, Passoni era alle prese con il bilancio di previsione e telefona all’amministratore delegato di Afc Gabriele Cavigioli – appena nominato dopo il terremoto giudiziario che aveva decapitato i vertici dell’azienda – e chiede un extracanone di un milione di euro in virtù del conferimento del mese precedente. Si tratta di una tantum, che fa lievitare l’importo da 1,4 milioni a 2,4, e Cavigioli acconsente. Il giorno dopo scrive una lettera indirizzata a Passoni (Bilancio), Lo Russo (Servizi cimiteriali) e Tedesco (Partecipate), oltreché a Carla Villari, direttore del settore Partecipate, per confermare la disponibilità a riconoscere l’extracanone a Palazzo Civico, evidenziando tuttavia i rischi dell’operazione, soprattutto sulla realizzazione del piano d’investimenti.

È su questo che scoppia la lite che vede contrapposti Tedesco e Lo Russo da una parte e Passoni dall’altra. Non era la prima, non sarà l’ultima. C’era un tema squisitamente politico, anzi strategico, giacché per recuperare quel milioncino Passoni, secondo Lo Russo, rischiava di frenare gli investimenti nei cimiteri comunali. Una diatriba che ha pure risvolti personali tra i due assessori forti di quell'amministrazione: Passoni aveva chiesto quel contributo ad Afc senza prima consultare il collega. Uno sgarbo vissuto come un’onta da Lo Russo, il quale a quel punto scrive a sua volta a Cavigioli, precisando la sua estraneità verso quell’operazione e intimandogli che in nessun modo avrebbe dovuto pregiudicare il servizio agli utenti e gli investimenti pianificati. Una querelle tutta politica, all’interno di una giunta in cui la dialettica è all’ordine del giorno. Allora come oggi i tre assessori non hanno alcun dubbio sulla correttezza della procedura per cui sono indagati.    

Leggi anche: Utili "gonfiati" per far quadrare i conti

Intanto il 9 luglio il bilancio viene adottato in giunta e il 30 luglio arriva anche il semaforo verde della Sala Rossa. Contestualmente Afc inizia a mettere in vendita celle e locumi. Arriviamo così al 15 dicembre, quando, in conformità con la norma secondo cui ogni anno la giunta deve determinare il canone per l’anno successivo, viene approvata la delibera che riporta a 1,4 milioni il canone per il 2016. Cosa manca ancora? La delibera che definisce il canone 2015, così come modificato a bilancio e quantificato in 2,4 milioni, con tanto di milione extra. La data è del 29 dicembre: sul provvedimento le firme di Tedesco e Lo Russo.

Intanto, però, Afc ha venduto ben poco e incassato 69mila euro dalla vendita di un unico loculo. Un esito in parte atteso, ma che secondo i giudici rappresenterebbe l’indizio di quanto loro sospettano: e cioè che l’operazione, pur andando contro gli interessi della società partecipata, sia stata ispirata esclusivamente dalla necessità di far quadrare i conti del Comune. Di qui il falso. Oltre ai tre assessori non risulta nessun atro indagato.

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