ANTICIPAZIONE

"Una Regione amica delle imprese"

Cirio promette un Piemonte business friendly: massima disponibilità alle esigenze del sistema produttivo. Non solo "porterò i nostri dipendenti a fare stage nelle aziende". Gli impegni del governatore uomo copertina del nuovo numero di Torinomagazine

Negli obiettivi del governatore c’è un Piemonte amico delle imprese o business friendly come Alberto Cirio lo traduce nell’intervista a Torino Magazine in edicola da domani. “L’imprenditoria spesso e a ragione considera il sistema pubblico ostile”. Da questa presa di coscienza e considerate le conseguenze negative sullo sviluppo e l’occupazione di questo rapporto difficile prende corpo quella sorta di rivoluzione  annunciata dal nuovo governo regionale. “Noi dobbiamo andare nella direzione opposta – spiega il presidente guardando al passato e alla situazione attuale -  innanzitutto sburocratizzando. Oggi il Piemonte ha 828 leggi e 255 regolamenti, questo complica enormemente il lavoro di aziende e professionisti. Nella mia giunta, ogni volta che si farà una nuova legge se ne toglierà almeno una vecchia”.

Cirio si sofferma su uno degli aspetti che ritiene indispensabili per sgretolare il muro tra imprese ed ente pubblico: “Voglio portare i miei dipendenti a fare degli stage nelle aziende, per toccare con mano i problemi di lavoratori e imprenditori”. Nessuna facile illusione: “Va comunque ricordato un principio fondamentale per il lavoro sicuramente servono progetti, ma anche risorse. Chi affronta quotidianamente il mercato non ha solo bisogno di buoni consigli”, per questo “guardando verso il futuro noi dobbiamo tornare ad essere attrattivi.

Nell’intervista a tutto campo, il governatore mostra anche di non voler rinunciare del tutto allo sfumato sogno olimpico: “Avevamo tutto per ottenerle, ma non si sono create le condizioni. Però abbiamo ancora la possibilità di inserirci nel progetto, e io farò il possibile perché ciò avvenga”. Pur di fronte a “un programma delle gare già definito, ma non del tutto”, Cirio affida le residue speranze a “discipline nuove alle quali possiamo guardare”, ma anche la patrimonio di impianti ereditato dal 2006: “Penso al bob. Fare una pista da bob costa 150 milioni, mentre quella di Cesana ha la possibilità di essere riportata in funzione con oneri contenuti”.

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