KERMESSE

Lo shock di Renzi anche per Torino

Italia Viva pronta a competere dal prossimo anno nelle elezioni regionali e a partire dal 2021 pure nei Comuni: "Mai coi Cinquestelle". Asse con il Pd subalpino e Fregolent scalda i motori

“Mai coi Cinquestelle”. Il mantra è sempre lo stesso e nel giro di 24 ore segna la convergenza tra i renziani di ieri e quelli di oggi. Ieri sera è stato il segretario del Pd torinese Mimmo Carretta a ribadire un concetto già espresso a più riprese e su cui si trova perfettamente allineato con il capogruppo in Sala Rossa Stefano Lo Russo; oggi a fargli eco è proprio Matteo Renzi, a Torino per la kermesse nazionale di Italia Viva, intitolata “Shock”, come quello che serve all’Italia per rialzarsi. L’ex premier considera un accordo con i grillini “molto complicato” perché “ho sempre contestato l’azione di M5s e credo che Torino, con tutto il rispetto per il sindaco, dimostri che con i Cinquestelle le cose vanno peggio di prima”. È  vero che è stato proprio Renzi a portare il Pd tra le braccia dei pentastellati, patrocinando la nascita del nuovo governo giallorosso, ma allo stesso tempo lui ha sempre declinato questa esperienza come reazione a una situazione critica: “Tra andare a sbattere, portare l’Italia fuori dall’euro e fare un governo di emergenza, abbiamo scelto questa seconda opzione”. Per chiarire ancora di più il concetto Renzi afferma che Italia Viva “sarà protagonista in tutte le elezioni regionali a partire da maggio e poi alle comunali dal 2021”, non a caso l’anno in cui andranno alle urne i torinesi. “Torino dieci anni fa era molto più forte di oggi, con l’amministrazione Appendino siamo un po’ fermi. Mi auguro che tra un anno e mezzo la città sappia voltare pagina rispetto all’amministrazione dei 5 Stelle”, ha affermato l’ex premier. “Ho fatto il sindaco, ed è difficile un dare giudizio sull’operato di colleghi o ex colleghi è evidente però che il lavoro della città è sotto gli occhi di tutti, dieci anni fa era molto più forte e lo dico con dispiacere”. Per questo è auspicabile uno shock: “Sono cresciuto avendo Torino come modello di una città che sapeva resistere alla crisi, la trasformazione della Fiat e tutto ciò che è avvenuto nel corso degli anni, le Olimpiadi, la città della cultura, i grandi investimenti sull’innovazione, le università: Torinoha guidato una fase importante della vita politica delle città. Auguro ai torinesi di saper lavorare in questi mesi per un rilancio forte della città, oggi incontrando le categorie produttive ho visto molti progetto interessanti e da leader politico tra un anno e mezzo mi auguro che Torino sappia voltare pagina rispetto all’amministrazione dei 5 stelle”.

Se il Pd dovesse virare verso un accordo con i grillini non è esclusa una corsa in solitaria e c’è chi, inutile nasconderlo, già scalda i motori da tempo: si tratta di Silvia Fregolent, la prediletta dell’ex rottamatore, unica torinese a salire sul palco del Teatro dei Ragazzi, per parlare di infrastrutture, non prima di aver portato i saluti dei due colleghi subalpini, Mauro Marino e Giacomo Portas, quasi ad accreditarsi come capo delegazione del capoluogo piemontese. E non manca chi ha vissuto con un certo fastidio il protagonismo della Fregolent, così come altre questioni legate all’organizzazione di Italia Viva, a partire dalla solita fuga di notizie riguardo alla manifestazione di oggi: al punto da trasformare la chat del partito torinese in un pollaio, costringendo Davide Ricca, l’amministratore, addirittura a chiuderla.

“Chi vuole iniziare, inizia da Torino, perché qui tutto è incominciato. Qualcosa in questi ultimi anni a Torino è anche finito...” dice Renzi aprendo l’iniziativa. In platea il coordinatore Ettore Rosato, i capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone, il ministro Elena Bonetti e tanti parlamentari del partito. Prima della kermesse al Teatro dei Ragazzi, Renzi si è intrattenuto con quasi duecento tra imprenditori, professionisti e manager all’hotel Principi di Piemonte, un incontro organizzato dal notaio Andrea Ganelli, assieme ai parlamentari Fregolent e Marino. Ad accoglierlo un parterre de roi composto dalla numero due di Confindustria Licia Mattioli, dal presidente dell’Unione industriale Dario Gallina, dall’ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti. E poi c’erano il segretario generale della Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi, l’ex vertice di Iren, già custode dei conti al Comune di Torino e vicepresidente della Regione Paolo Peveraro, la madamin Sì Tav Giovanna Giordano Peretti, che aveva sfilato già alla Leopolda dello scorso ottobre (scortata dalle “colleghe” Patrizia Ghiazza e Adele Olivero), l’uomo della Torino-Lione Paolo Foietta, il vicepresidente dei giovani imprenditori di Torino Alberto Lazzaro, Stefano Vanzini di Confartigianato, il presidente del fondo Formazione Pmi Luca Sanlorenzo. Molti hanno spiegato di aver partecipato all’incontro per “curiosità”. Al successivo appuntamento al Teatro dei Ragazzi, invece, si è presentato il professor Marcello Gallo, giurista e senatore Dc negli anni Ottanta, che Renzi ringrazia personalmente dal palco per la sua presenza.  

I temi nazionali – con la proposta (shock, appunto) di sbloccare 120 miliardi per rilanciare l’Italia, si mescolano a quelli locali e la lingua, si sa, batte dove il dente duole. Quando di fronte ci sono dei torinesi Renzi non può esimersi dal rassicurarli sulle prossime elezioni amministrative. Lui di fare un accordo con i Cinquestelle non ne ha alcuna intenzione, a differenza di chi nel Pd – dal segretario Nicola Zingaretti a Dario Franceschini – teorizza un’alleanza organica e duratura nell’ambito di un nuovo centrosinistra di cui il M5s dovrebbe diventare una costola ecologista. A farsi portavoce di questa impostazione ci ha provato ieri, nella direzione regionale, il deputato Stefano Lepri, che ha provato a tenere aperto uno spiraglio di collaborazione “almeno per il ballottaggio”.

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