POLITICA & SANITA'

Sanità in rosso di 150 milioni

Il disavanzo economico rilevato dal tavolo del Mef che giudica il comparto piemontese "strutturalmente debole". L'assessore regionale Icardi striglia i direttori delle aziende: "Mantenere i conti in equilibrio", in caso contrario saranno sollevati dall'incarico

Riportare i conti in ordine. L’indicazione dell’assessore Luigi Icardi ai direttori delle aziende sanitarie è chiara e non lascia spazio a interpretazioni. Così come lampante è la ragione alla base di questo richiamo: il tavolo del Mef per la verifica degli adempimenti della Regione Piemonte ha rilevato un disavanzo economico della sanità di circa 150 milioni nell’arco dell’anno. Decisamente negativo il giudizio sull’equilibrio economico del comparto sanitario piemontese, definito “strutturalmente debole”.

Un quadro che, al di là del già allarmante dato economico, conferma la difficoltà nel coprire le spese correnti con le risorse correnti. Nulla di nuovo, purtroppo, per corso Regina dove la valutazione del ministero dell’Economia è stata letta come ulteriore conferma di un dato già noto e denunciato nei mesi scorsi dall’assessore. “Appena insediato – ricorda Icardi -, a metà giugno, ho dovuto porre l’attenzione sui conti, perché ero e sono consapevole della situazione molto difficile che abbiamo ereditato. Il 2018 si è chiuso con una perdita nei bilanci delle aziende sanitarie regionali di 161 milioni. Per coprire questa perdita la Regione ha dovuto ricorrere a fondi accantonati precedentemente”.

Il titolare della sanità nella giunta di Alberto Cirio torna su una questione emersa quando aveva lanciato l’allarme rosso sui bilanci delle aziende: “Non c’è alcun tesoretto, ma un disavanzo di partenza, sulle poste correnti, ereditato dalla precedente amministrazione”. Ricorda anche come “a metà giugno ho preso atto che i bilanci di previsione 2019 delle Aziende sanitarie regionali esprimevano una perdita attesa di 453 milioni di euro su un finanziamento di 8 miliardi circa. Un valore assolutamente insostenibile”. In quel periodo alcuni collegi sindacali delle Asl, tra cui quella di Alessandria, espressero parere negativo al bilancio di previsione rifiutando anche un’approvazione con riserva. Un campanello d’allarme chiaro, anche se in alcuni casi in contraddizione con le rassicuranti dichiarazioni dei vertici aziendali. Adesso proprio quei vertici – nel frattempo in certi casi cambiati per migrazioni altrove dei direttori – sono chiamati dall’assessore a rimettere in sesto i conti. “Con la delibera del 19 luglio scorso – spiega Icardi – abbiamo assegnato, fra gli obiettivi dei direttori generali, il mantenimento dei costi ai livelli del 2018, senza ridurre la produzione. Visto che l’obiettivo è stato definito come essenziale, i direttori generali che intendono lavorare nelle aziende sanitarie piemontesi devono garantire al Piemonte di non produrre nuovi disavanzi di gestione”.

Non occorre la lente di ingrandimento per leggere tra le righe un avviso di sfratto per chi non seguirà le indicazioni e non sistemerà i bilanci. “La Regione desidera mantenere il diritto di governare la propria Sanità, senza incorrere in sanzioni, commissariamenti e senza l’incubo, fra uno o due anni, di un nuovo piano di rientro”, spiega ancora l’inquilino di corso Regina che già in estate aveva paventato il serio rischio di un nuovo commissariamento della sanità piemontese. E proprio della tenuta dei conti parla l’assessore come di “una necessità assoluta, di cui dovrà farsi il nuovo direttore regionale della Sanità”.

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