LA NUOVA REGIONE

"Meno proclami e più decisioni"

Da azionista di maggioranza il leader leghista Molinari detta la linea. È finita la fase di rodaggio della giunta. Vanno bene le battaglie identitarie, ma è "meglio concentrasi su quello che i piemontesi chiedono e si aspettano da noi"

Siamo e dobbiamo essere la forza propulsiva del governo del Piemonte. Oneri e onori dell’azionista di maggioranza. Noi facciamo la nostra parte, abbiamo preso i voti su una serie di temi e li stiamo traducendo in proposte di legge”.

E gli alleati? Forza Italia e Fratelli d’Italia, segnano il passo?
“Noi facciamo la nostra parte, gli altri sapranno fare la loro”.

A poche ore dalla riunione di maggioranza convocata da Alberto Cirio alla cascina Guglielmina nelle campagne di Trino Vercellese, il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari ribadisce quella che sarebbe un’ovvietà se in politica anche la cosa più scontata non nascondesse, spesso, significati e messaggi da interpretare e di cui tenere conto. Detenere la parte nettamente più cospicua del capitale elettorale , tradotto nei posti in giunta, fa sì che quando come non molto tempo fa il numero uno regionale del partito di Matteo Salvini avvertì l’esigenza di incominciare a correre, quella non potesse essere rubricata a un’esortazione di rito. Così come adesso il rivendicare non solo l’evidente superiorità di consensi nelle urne, ma anche il ruolo di locomotiva nell’azione di governo, difficilmente può non essere interpretata alla stregua di un ulteriore richiamo agli alleati e allo stesso governatore.

Dunque, Molinari, domani la maggioranza fa il suo primo tagliando. Lei, ben prima, aveva sollecitato di aumentare la velocità. Adesso le pare che la macchina funzioni a dovere?
“Come compagine non vedo alcun problema, l’amalgama funziona anche in fasi che possono presentarsi delicate come nomine giunta. Come ho già avuto occasione di dire stiamo parlando di una squadra quasi tutta fatta di neofiti in fatto di Regione, con i problemi e le difficoltà che questo può comportare”.

Voi avete in giunta tutte matricole.
“Sono però persone che fanno politica da anni, non c’è nessuno senza bagaglio politico o amministrativa. Del resto sarebbe stato difficile mettere in campo di aveva già avuto esperienza in Regione. Poi abbiamo sempre cercato di non risparmiarci le pedine migliori da mettere sulla scacchiera delle elezioni. Figure che avrebbe potuto fare benissimo gli amministratori regionali come Alessandro Canelli, Gianfranco Cuttica e tanti parlamentari sono state elette in altri contesti dove stanno lavorando molto bene. Non abbiamo fatto calcoli di prospettiva, a amano a mano che si votava si mettevano in campo i migliori”.

Detto questo, non crede che il periodo di apprendistato per la giunta sia da considerare finito?
“Assolutamente sì. La prima fase di studio è terminata. Nelle ultime settimane, anche dopo che ci siamo trovati e abbiamo ragionato insieme, un’accelerata la Lega l’ha data. Una serie di nostre proposte che riteniamo molto importanti e che ci stanno a cuore sono in discussione iniziano a dare un’impronta politica a questa maggioranza. Si sono incardinati una seri di provvedimenti: quello sulle case popolari, quello sui campi rom e, ancora sugli allontanamenti dei minori, sul gioco d’azzardo”.

Quindi il cambio di passo, lei dice, c’è stato?
“Come Lega sicuramente. Aspettiamo il piano di sviluppo strategico di Cirio. Domani (oggi per chi legge, ndr) andrò soprattutto per ascoltare, gli assessori e naturalmente il presidenteC’è da dire, però che in quest’ultimo mese la Regione è stata molto impegnata sull’emergenza del maltempo, vicino ai sindaci e muovendosi sul Governo”.

E buona parte dell’estate è passata discutendo di autonomia, il vostro cavallo di battaglia. Però l’annunciata commissione ad hoc ancora non c’è.
“È vero. Però il lavoro che si sta facendo in prima commissione non è certo inutile. Si procede comunque”.

Ancora tutto fermo, invece, sull’Asti-Cuneo. Avevate salutato l’imminente apertura dei cantieri dopo l’incontro con l’allora ministro Danilo Toninelli, al suo posto adesso c’è Paola De Micheli ma nulla è cambiato. Non è il caso che la Regione batta i pugni sul tavolo dopo aver suonato troppo presto le trombe?
“Sull’Asti-Cuneo il piano Delrio, già approvato in Europa, avrebbe sicuramente velocizzato tutto, ma i Cinquestelle per una loro posizione ideologica hanno voluto cambiare. La De Micheli ha sempre criticato il sistema Toninelli, a mio avviso anche a ragione. Adesso vorremmo vederla mettere mano alla questione, ma per adesso mi pare non si muova nulla”.

Senta Molinari, voi ancor prima delle elezioni avevate messo in chiaro che la sanità sarebbe stata materia vostra. L’assessore Luigi Icardi si è trovato con un buco da 200 e forse più milioni nelle aziende sanitarie, ha passato settimane prima di dare il via libera al partenariato per la Città della Salute di Novara e adesso si rivolge ai privati per tenere aperti reparti senza medici. Pentito di aver voluto questa delega per il suo partito?
“Assolutamente no. Anche se ormai è il gioco del cerino: una volta la Sanità era la delega più ambìta, oggi tanto più con i problemi che ci sono in Piemonte è la responsabilità più importante e più complessa. Normale che il primo partito che non esprime il presidente abbia questa competenza. Icardi ha una grandissima attenzione per il ruolo del pubblico, come ha dimostrato con l’attenzione avuta per la questione della Città della salute di Novara. È chiaro che essendoci impegnati a garantire dei presidi anche periferici sul territorio se il privato aiuta a mantenere dei servizi che la giunta precedente aveva ridimensionato mi pare una cosa positiva”.

Parliamo di un altro assessore. Elena Chiorino di Fratelli d’Italia con la lettera ai dirigenti scolastici sui presepi ha sollevato un prevedibilissimo vespaio di polemiche. Lei che è nel partito il cui leader bacia il rosario in pubblico e invoca la Madonna, cos’ha pensato di questa iniziativa che più d’uno avrebbe magari compreso se fosse arrivata dalla parte più spiccatamente politica anziché da un componente di un organo esecutivo?
“Ritengo che ognuno ha la sua sensibilità su questi temi, ci mancherebbe altro. Io parlo del mio partito, l’invito che ho fatto al gruppo è stato: va bene l’emozione, i sentimenti sui temi etici, identitari, religiosi, ci può stare, però è meglio impegnare meno tempo del consiglio su questi argomenti e dedicarlo a quello che i piemontesi chiedono e si aspettano da noi”. 

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