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"Sorgenia è un rischio per Iren"

Per il Pd al Comune di Torino l'acquisizione in cui si sta impegnando la multiutility potrebbe avere dei gravi contraccolpi finanziari e ambientali. Il vicepresidente della Sala Rossa Lavolta: "Mi chiedo a chi giovi. Appendino fermi l'operazione"

Un decalogo per dire no all’acquisizione di Sorgenia da parte di Iren, “un’avventura in un business incerto, peraltro non coerente con le strategie nazionali in tema ambientale, e che porterebbe un indebolimento ulteriore dei nostri territori e del peso di Torino”. A rappresentare i dubbi rispetto alla possibile acquisizione di uno dei colossi del mercato dell’energia è il vicepresidente del Consiglio comunale di Torino Enzo Lavolta (Pd), che annuncia la presentazione di un atto d’indirizzo in cui chiede alla sindaca Chiara Appendino “di non proseguire con questa operazione finché non sono stati approfonditi, anche con l’aula” i punti di criticità individuati dall’esponente dem. Il costo dell’operazione, secondo le stime più alte, potrebbe raggiungere il miliardo di euro (750 milioni ammontano i debiti di Sorgenia) e il primo rischio individuato da Lavolta è che questa operazione possa “distrarre risorse per gli investimenti necessari a migliorare il servizio sul nostro territorio”.

Nei giorni scorsi Appendino, assieme ai colleghi di Genova e Reggio Emilia, i principali contraenti del patto di sindacato che governa Iren, hanno sottoscritto una lettera di appoggio all’amministratore delegato Massimiliano Bianco in merito all’acquisizione della società fondata dalla famiglia De Benedetti e finita piena di debiti in mano alle banche (Bpm, Monte dei Paschi, Ubi, Unicredit e Intesa Sanpaolo), dando una copertura totale all’operazione. Intanto la multiutility sta incrementando la propria capitalizzazione per competere con due colossi come Hera e A2a (entrambe interessate alla società lombarda): nell’ultimo anno, infatti, è cresciuta in Borsa del 40 per cento a dimostrazione di uno stato di salute tutt’altro che cagionevole. Un’altra criticità individuata da Lavolta è l’incremento del debito di Iren che passerebbe dagli attuali 2,6 miliardi a 3,6 miliardi pur a fronte di un fatturato che, attraverso l’integrazione, crescerebbe a sua volta rendendo il debito più sostenibile. C’è poi il timore di vedere ridotti i contributi al Comune (nei prossimi anni Torino avrà 16 milioni secondo quanto riportato nel piano industriale).

La questione è già stata sollevata nei giorni scorsi anche dal capogruppo del Pd Stefano Lo Russo, in commissione Bilancio, soprattutto riguardo alla valutazione di alcuni asset e in particolare riguardo proprio al sito di Vado Ligure.

Lavolta evidenzia che “non c’è stata alcuna sede di confronto e Sorgenia non gode di buona salute”. C’è poi la questione ambientale: l’ingresso di Sorgenia porterebbe Iren a raddoppiare la sua produzione di anidride carbonica, dalle attuali 3,3 tonnellate all’anno a 6,4 per non contare che Sorgenia detiene una partecipazione del 50 per cento in Tirreno Power “implicata a oggi in un processo per disastro colposo, con un rischio economico nell’ordine di centinaia di milioni di euro”.

C’è chi sostiene che l’appoggio di Appendino all’acquisizione di Sorgenia sia in qualche modo collegato con un impegno da parte di Iren ad acquistare il restante 17 per cento ancora nelle mani del Comune di Torino dell’inceneritore del Gerbido per consentire così alla sindaca di chiudere in serenità il bilancio. Un via libera a un'operazione che interessa soprattutto la parte ligure compensata dall'acquisizione delle quote di Trm. Vero? Certamente verosimile. Resta sullo sfondo un’altra trattativa cui sta lavorando l’ad Bianco e che a questo punto potrebbe saltare, l’acquisizione della valdostana Cva che dispone di oltre 900 megawatt di capacità idrica: secondo qualcuno per il potenziale finanziario di Iren, l’operazione di Sorgenia comprometterebbe questa. “Chiediamo alla sindaca, e lo chiederemo anche al presidente Alberto Cirio – conclude Lavolta – quali sarebbero i benefici per torinesi e piemontesi di questa operazione, io non li vedo”. Al governatore lo chiederà il consigliere regionale Pd Daniele Valle, che sul tema e soprattutto sugli interessi della Regione su Trm e Iren ha annunciato una interrogazione.

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