OPERE & OMISSIONI

Crollo in galleria, nuovo allarme sulla Torino-Savona

Nella notte cade un pezzo dell'intonaco nel tunnel Ricchini. Riaperto in mattinata dopo che i vigili del fuoco e la Polstrada hanno rimosso i detriti. La A6 è la stessa autostrada dove, lo scorso 24 novembre, ha ceduto un pezzo di viadotto travolto da una frana

Ancora un crollo in galleria dopo quelli sulla A26 e A10. Nel giorno in cui alcuni quotidiani riportano i dati relativi a un dossier realizzato dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, organo tecnico in seno al Ministero delle Infrastrutture, secondo il quale in Italia ci sarebbero ben 200 gallerie a rischio crolli su tutto il tratto autostradale, arriva la notizia che parte di intonaco della volta della galleria “Ricchini”, nel comune di Quiliano (Savona), sulla A6 Torino-Savona è crollato la scorsa notte. La galleria è rimasta chiusa in direzione del capoluogo piemontese ed è stata riaperta in mattinata dopo che i vigili del fuoco e la Polstrada hanno rimosso i materiali caduti ed effettuato i rilievi. La A6 è la stessa autostrada dove, lo scorso 24 novembre, è crollato un pezzo di viadotto travolto da una frana.

Nel documento la maggior parte delle strutture segnalate non sarebbero a norma rispetto alla direttiva europea 54 del 2004 sui requisiti minimi di sicurezza. Ciò vuol dire che, ad esempio, che tutti i tunnel di oltre 500 metri presentano pericoli di incidenti o crolli, sono privi di impermeabilizzazione e soggetti a infiltrazioni di acqua. Non solo: sono privi di sistemi di sicurezza, di corsie di emergenza e vie di fuga, oltre che di videosorveglianza, di sensori di rilevamento fumi e sistemi di allarme antincendi, e di luci di guida in caso di evacuazioni. Soprattutto, manca nella maggior parte dei casi un responsabile che effettui dei controlli.

Dunque, l’esistenza di centinaia di gallerie non a norma era un fatto risaputo. Il dossier è venuto fuori tra i documenti sequestrati dalla Procura di Genova, che ha aperto un’inchiesta dopo il crollo nella galleria Bertè sulla A26 avvenuto il 30 dicembre  scorso, dove sono precipitate ben due tonnellate di detriti che per miracolo non hanno colpito le auto che stavano transitando. Delle 105 infrastrutture a rischio gestite da Aspi, una decina si trovano tra Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Sulla famosa A26 ci sarebbero la Turchino e la Mottarone a Verbania. E poi ancora la Coronata sulla A10, vicina al Ponte di Genova, sulla a A12 c'è la Veilino, la Monte Sperone e la Maddalena, sulla A7 la Genova-Milano Serravalle, la Monreale e la Monte Galletto, sulla A23 la Tarvisio, sulla A14 la Pedaso. E l’elenco è ancora lungo. Resta da capire se il dossier in questione sia stato ignorato oppure se i vari organi che l’hanno ricevuto si sono mossi per mettere in regola le gallerie.

Tende a ridimensionare l’accaduto il concessionario dell’autostrada: “Non si è verificato alcun crollo di intonaco né tantomeno di cemento nella galleria di Quiliano sulla A6, si è verificata solo una piccola nuvola di polvere di vernice, staccatasi dal fianco della galleria”. Inoltre, l’Autostrada dei Fiori, società che gestisce l’A6, afferma che a differenza di quanto le agenzie hanno comunicato, la galleria “non è mai stata chiusa”.

 

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