Casa (popolare) del fascio

Dicono che... il nuovo presidente (per caso) dell’Atc Piemonte Nord Luigi Songa abbia scambiato il suo ufficio per una sezione del Msi degli anni Settanta. Dai volumi sulla Storia del Fascismo di Pino Rauti, inseriti con cura nella libreria in cui compaiono una serie di altri testi su Mussolini e il Ventennio, a numerosi gadget della vecchia fiamma tricolore. Manca solo il busto del Mascellone, ma quello forse l’ha lasciato nella sua Omegna: in realtà una sagoma del Duce è ravvisabile nel fermacarte, minicopia del famoso “profilo continuo” del futurista Renato Bertelli. S’è persino fatto portare una bandiera italiana che ora campeggia al centro dell’ufficio presidenziale. Non solo: il tricolore l'ha fatto aggiungere anche nel logo di Atc "perché gli stranieri ricordino che sono ospiti nel nostro Paese e gli italiani sappiano che devono avere cura di un patrimonio nazionale" ha affermato al suo esordio. E pensare che se a Palazzo Lascaris non avessero nominato un presidente incompatibile, il leghista Marco Marchioni, Songa (indicato da Fratelli d’Italia) non avrebbe mai ottenuto l’incarico alla Casa del fascio, pardon all’Agenzia per le case popolari.

Casa (popolare) del Fascio

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