REGIONE

Rimpasto, la Lega impone il rinvio

Molinari detta a Cirio l'agenda: prima il programma poi il riassetto di giunta. Misure per l'automotive, piccolo commercio e logistica. L'assist di Salvini per aumentare gli assessori esterni. Vertice di coalizione con i tre segretari per decidere sul successore di Rosso

Il rimpasto finisce nel freezer, compresa la sostituzione di Roberto Rosso con l’assegnazione del posto in giunta rimasto vacante dopo l’arresto e le dimissioni dell’assessore di Fratelli d’Italia. Prima di muovere anche solo uno spillo nella squadra di Alberto Cirio ci sarà una riunione fra i tre segretari dei partiti della coalizione. E, comunque, “non c’è nessuna fretta”.

Tirato il freno a mano su qualsiasi cambiamento in seno all’esecutivo, la Lega accelera sulla modifica dello statuto per eliminare il limite di assessori esterni e scindere di fatto il ruolo di consigliere da quello di componente della giunta. Di questo e di altro ancora hanno parlato ieri pomeriggio il governatore e il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari, raggiunto da Cirio nella sua Alessandria per un incontro che in origine si sarebbe dovuto tenere alcuni giorni fa a Roma.

Un’ora e mezza di colloquio dal quale il presidente dice essere stata riconfermata “la piena sintonia con la principale forza politica della maggioranza” e che ha visto passare come peraltro prevedibile la linea, anticipata dallo Spiffero, del partito di Matteo Salvini per quanto riguarda i cambiamenti che il presidente della Regione aveva in animo di attuare in tempi brevi.

A lui Molinari ha ribadito il concetto secondo il quale “non è per nulla scontato che il posto occupato fino a dicembre da Rosso spetti nuovamente a Fratelli d’Italia”, un modo meno diretto per dire che su quella poltrona la Lega ha messo una pesante ipoteca. E nel caso dal vertice di maggioranza, la cui data è ancora da fissare, emergesse la possibilità di rispondere positivamente alla richiesta del partito di Giorgia Meloni, “è chiaro che le competenze resterebbero quelle che aveva Rosso, senza aggiungere o cambiare nulla”.

Di fronte a un caffè, presidente e azionista di maggioranza hanno parlato anche di altro. Soprattutto è stato il primo a mettere davanti al secondo una serie di punti per i quali la Lega chiede (e non solo per quelli) non tanto un’altra velocità, per riprendere lo slogan elettorale di Cirio, quanto una vera e propria partenza sprint nell’azione di governo. Molinari ha chiesto misure concrete e rapide per il settore dell’automotive, comparto strategico per il Piemonte soprattutto nell’area torinese. Nell’agenda, che fino a qualche anno fa si sarebbe scritta con l’inchiostro verde, c’è anche un piano per la logistica del retroporto di Genova nell’Alessandrino così come sono indicati prioritari interventi a favore del commercio tradizionale, dei piccoli negozi e di un vasto settore anch’esso gravato dagli effetti della crisi e dall’espansione della grande distribuzione.

Un’altro caposaldo per la Lega riguarda la competenza dell’assessore più vicino al governatore, ovvero il titolare dei Trasporti Marco Gabusi. Molinari ha chiesto al presidente di mettere mano in maniera decisa su questo comparto, uno di quelli di maggior peso nell’attività della Regione, con particolare attenzione ai pendolari. Insomma,  un’accelerata anche nel rapporto con le Ferrovie nella trattazione del contratto per evitare che chi viaggia ogni giorno lo debba fare come lo si faceva sugli accelerati di un tempo, senza ovviamente tralasciare tutte le altre componenti del trasporto pubblico locale. E, non ultimo, il rifinanziamento della legge 18 prevede contributi alle amministrazioni comunali per la sistemazione e il miglioramento di infrastrutture stradali, cimiteriali, municipali e reti di illuminazione pubblica.

Questioni che costituiscono l’architrave di quel Piano per la Competitività a cui da settimane sta lavorando Claudia Porchietto e che verrà presentato in pompa magna il prossimo 13 marzo. Punti chiari e soprattutto argomenti concreti quelli posti sul tavolo dal segretario regionale che finiscono anche a risultare (involontario?) contraltare ad altri più politici di cui si sono fatti portabandiera in questi mesi alcuni assessori del Carroccio salviniano.

Nell’attesa della data in cui il segretario della Lega si riunirà con i suoi omologhi Fabrizio Comba per FdI e Paolo Zangrillo per Forza Italia, probabilmente anche quella non segnata da alcuna fretta, i leghisti pigiano sull’acceleratore per depositare in tempi rapidi la proposta di legge con cui cancellare il limite di tre assessore esterni ed evitare la sovrapposizione del ruolo in giunta con quello svolto in consiglio.

Assist perfetto quello arrivato a Molinari dal suo leader, proprio ieri. Annunciando in Calabria come una delle prime iniziative in caso di vittoria nella regione del Sud "la richiesta di cambiamento dello statuto", Salvini ha spiegato che la Lega è dell’idea che “chi occupa il posto di assessore, proprio per la mole di lavoro e di impegni cui deve fare fronte, non possa contemporaneamente fare il consigliere regionale. È cosi in altre Regioni del Paese, si può fare anche in Calabria".

Era così anche in Piemonte durante la presidenza del leghista Roberto Cota, poi quella divisione di ruoli è stata cancellata nel 2013 e introdotto il limite di tre assessori esterni, vincolo peraltro ritenuto troppo stringente anche dallo stesso centrosinistra che nel corso del mandato di Sergio Chiamparino aveva più volte discusso della necessità di ampliarlo senza tuttavia mai mettere mano alla norma. Adesso la Lega annuncia a breve una proposta di legge. Si vedrà se il testo si limiterà ad aumentare o addirittura a cancellare completamente l’attuale limite di esterni in giunta, oppure si tornerà al vecchio sistema.

Tutto, a partire dal congelamento del rimpasto deciso ieri nell’incontro di ieri, lascia presagire che la Lega voglia attendere il varo della norma prima che si decida di cambiare qualcosa nel governo regionale. Al quale, nel frattempo, Molinari chiede un reale cambio di velocità. Anzi, una partenza vera.  

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