EMERGENZA SANITARIA

Conte fa lo scaricabarile e Cirio frena sulla riapertura delle scuole

Il governatore non vuole restare col cerino in mano e adotta prudenza nonostante il dpcm del governo tenga fuori il Piemonte da ogni zona d'allerta. In forse il rientro in aula per mercoledì. Pure le università sospendono lezioni ed esami. I contagiati salgono a 50

Il Piemonte resta fuori dalle zone d'allerta indicate dal governo col decreto del premier Giuseppe Conte, ma nonostante questo il presidente della Regione Alberto Cirio sceglie una linea improntata alla prudenza e, a costo di discostarsi dalle indicazioni provenienti da Roma, non solo tiene le scuole chiuse per altri due giorni, ma chiarisce come non sia affatto scontato che riaprano mercoledì. “Sulla base di quanto emerso nel Consiglio dei ministri le scuole riaprirebbero domani, ma noi non lo riteniamo prudente” dice Cirio, spiegando la sua decisione di mantenere ancora due giorni di sospensione negli istituti piemontesi, peraltro già annunciata ieri, così da consentire un’opera di igienizzazione a opera di personale. “Ma questo non vuol dire che mercoledì gli studenti torneranno a scuola” precisa il governatore. Certo, quella sarebbe l’intenzione, ma prudenza impone di osservare ancora l’evoluzione dell’emergenza, vista anche la vicinanza con due aree ad alto rischio, come quella lombarda e il Savonese. “Martedì - ha spiegato Cirio - vedremo, sentito l’Istituto Superiore di Sanità, se ci saranno le condizioni per rimandare i ragazzi a scuola. Domani non ci sarebbero”.

“Il decreto di Conte è cogente e diretto - spiega Cirio - e tutti i sindaci devono attuarlo. Noi ci discostiamo sul termine scuola per una questione di emergenza sanitaria perché la materia sanitaria è una materia concorrente tra Stato e Regioni e mi dà il potere di intervenire su un decreto” del governo.

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Lezioni ed esami sospesi in aula anche per le università piemontesi per tutta la prossima settimana, mentre possono riaprire i musei.

Intanto è salito a 50 il numero delle persone risultate positive al test sul Coronavirus: 37 in provincia di Asti, 5 a Torino, 3 a Novara, 4 nel Vco e 1 a Vercelli. I ricoverati in ospedale sono 11: 6 ad Asti, 3 a Novara e 2 a Torino (Amedeo di Savoia). I trattamenti in terapia intensiva sono 2 (uno a Asti e uno a Vercelli). Tutti gli altri sono collocati in isolamento domiciliare fiduciario. Al momento, risulta precauzionalmente chiuso il Pronto soccorso di Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”. Un’altra persona, assistita in emergenza al Pronto soccorso di Borgosesia, è stata immediatamente trasferita nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Vercelli, dove le camere di rianimazione sono state tutte destinate al ricovero dei pazienti definiti “casi probabili” di contagio. Tutti i sanitari impegnati nel soccorso dei casi di Borgosesia e Tortona sono stati posti in osservazione.

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