WELFARE

Non autosufficienti, "troppa malafede"

La replica dell'assessore regionale Caucino dopo le polemiche sui fondi per gli assegni di cura. "Torino non sarà penalizzata". Appendino chiede un incontro urgente per discutere della questione

“Ancora una volta, la minoranza non ha capito”. Restano alti i toni della polemica sulla gestione dei fondi per i non autosufficienti tra il centrosinistra e l’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino, dopo la decisione di dirottare 5 milioni dal fondo extra Lea al fondo della non autosufficienza: di fatto un modo per ridurre le risorse destinate a Torino “per imprimere maggiore equità nell'erogazione dei servizi domiciliari a favore degli anziani non autosufficienti di tutto il Piemonte; questo si è reso necessario perché, dei 55 milioni totali del fondo extra Lea, circa 22 milioni venivano erogati solo ad esclusivo beneficio della città di Torino, senza che ciò fosse giustificabile in alcun modo” dichiara Caucino.

L’esponente leghista della giunta di Alberto Cirio, già nell’occhio del ciclone per il disegno di legge “Allontanamento Zero” accusa il Pd di “malafede” dopo gli attacchi ricevuti ieri dai consiglieri Daniele Valle e Domenico Rossi, che hanno puntato il dito contro un taglio che colpisce il capoluogo per 5 milioni nel 2020 e da 10 milioni nei due anni successivi. Una lettura, secondo Caucino, quantomeno parziale. “Dalla nuova ripartizione Torino riceverà oltre 1 milione, a cui debbono doverosamente aggiungersi circa 2 milioni di euro derivanti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza che, per il 2020, ha previsto un incremento di risorse statali di 10 milioni per il Piemonte. Per noi, non esistono persone di serie A e di serie B, a seconda del luogo in cui vivono. Tutti i piemontesi hanno diritto di ricevere a parità di condizioni le stesse prestazioni”.

Già nei giorni scorsi, allarmate per l’esito di questo provvedimento, la sindaca Chiara Appendino e la sua vice, Sonia Schellino, avevano chiesto alla Regione un incontro per discutere della questione, ma “non ci è mai stata data una risposta” afferma la prima cittadina. Insomma, ognuno resta sulle sue posizioni, anche se il rischio che i servizi offerti in questi anni dal Comune di Torino rischia un serio ridimensionamento. Ma la Caucino non arretra: “Dalle simulazioni realizzate, ogni ente gestore vedrà un aumento significativo dei trasferimenti regionali a proprio favore, che potranno essere utilizzati per implementare i servizi domiciliari. Credo che, in un momento nel quale il quadro economico è molto complesso e le risorse disponibili sono limitate, si possa trattare di una misura importante nella direzione dell’auspicabile equità che deve sussistere tra tutti i territori che compongono la nostra Regione”.

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