EMERGENZA SANITARIA

In Piemonte 61 positivi al virus

Nuovo bollettino dei contagiati. Cinque in più nelle ultime ore. Record ad Asti: 40 casi. Al momento cinque pazienti ricoverati in terapia intensiva. Il governatore Cirio difende la chiusura delle scuole: "Non stiamo navigando a vista". Ma si aspetta il governo

Sono 61 ad oggi i casi risultati positivi al coronavirus in Piemonte. Di questi, 40 sono in provincia di Asti, 7 in provincia di Torino, 4 nel Verbano-Cusio-Ossola, 3 in provincia di Novara, 1 nel Vercellese e 1 nell’Alessandrino. Tredici persone sono ricoverate in ospedale: 7 ad Asti, 3 a Novara e 3 all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Altri cinque pazienti sono in terapia intensiva. Sono 42 le persone in isolamento fiduciario domiciliare, la maggior parte componenti della comitiva proveniente dal soggiorno di Alassio. Due persone contagiate sono piemontesi tornati uno da Cremona e uno da Piacenza. E i numeri sono destinati ad aumentare, con l'arrivo di altri 6 torinesi risultati positivi al virus che in questo momento si trovano a Finale Ligure. Finora sono 477 i tamponi eseguiti in Piemonte, 387 dei quali risultati negativi. Dall’Istituto Superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 61 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso Istituto.

“Non stiamo navigando a vista, e non lo fa nessuno in Italia. Fanno fatica dall’Iss a dare dei parametri sicuri. È stato difficile anche fare dei tamponi con risultati certi, è una materia nuova. L’Istituto superiore di sanità farà le sue valutazioni sulla chiusura delle scuole, poi noi le contestualizzeremo”. Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, parlando a margine di una visita al Liceo D’Azeglio di Torino, ha spiegato le modalità con cui verrà decisa la riapertura delle scuole la prossima settimana. “C’è un algoritmo preciso che utilizza l’Iss, che valuta il rapporto contagiati-contagianti. Adesso il dato in Lombardia è di 1 a 2, ogni malato determina due contagiati. Il dato perché l’epidemia muoia da sola, è di uno a meno di uno, cioè quando per ogni malato c’è meno di un nuovo infetto. Queste curve di diffusione, vanno unite ai focolai, perché se tutto si riduce ma c’è un focolaio in Paese sei costretto a isolarlo” prosegue il governatore, che ha prolungato la chiusura delle scuole fino a sabato, nonostante i numeri di casi stabili in Piemonte, proprio in ragione dei dati della Lombardia, dove vanno e da dove arrivano centinaia di studenti ogni giorno.

“I numeri, e la loro crescita, dicono tanto. Così come l'aggravamento che stiamo avendo sui nostri malati, ci dice molto sull’evoluzione del virus. La gente si ammala, e poi ha crisi respiratorie. Questo è quello che viviamo in Piemonte” contestualizza il governatore. Ecco perché, a cascata, sul fronte scuola “nessuno sa cosa fare, ma siccome a scuola è obbligatorio andare, trovo insensato che le istituzioni pubbliche obblighino la gente ad andare in luogo dove c’è il rischio trasmissione del contagio. È una scelta logica, poi, fortunatamente, le migliori teste del Paese sono state chiamate dal presidente del consiglio a sovrintendere a decisioni che la sola Protezione Civile non poteva gestire”.

Vista la situazione di emergenza sanitaria generata dal coronavirus in Italia e in particolare nelle Regioni del Nord, l’Aiop Piemonte – Associazione italiana ospedalità privata – mette a disposizione del sistema sanitario la propria rete composta da 36 strutture. “Al fine di fornire un fattivo contributo per fronteggiare l'attuale momento critico e collaborare con il centro di crisi regionale gli operatori della sanità privata si dichiarano pronti a porre in atto tutte le azioni che saranno ritenute utili ed efficaci per contrastare il propagarsi del virus e prestare le cure più efficaci ai nostri cittadini” sottolinea l'Aiop. “Siamo consapevoli che combattere questo virus significhi un grosso impegno che coinvolge ad ogni livello tutti gli operatori della sanità. È per tale motivo che siamo completamente disponibili, quali aziende facenti parte del servizio sanitario nazionale - dichiara Giancarlo Perla, presidente dell’Aiop Piemonte - a mettere in rete le nostre strutture per decongestionare gli ospedali pubblici e gestire pazienti anche gravi nei nostri posti letto di rianimazione, di acuzie o anche di post acuzie in ipotesi di malati cronici”.

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