PALAZZO CIVICO

L'emergenza è (anche) finanziaria

Il Covid-19 rischia di infettare i conti del Comune di Torino. Le minori entrate da tariffe e tributi potrebbero creare una voragine nel bilancio. Il direttore Lubbia: "Intervenga il Governo". Lo Russo (Pd): "Istituiamo un fondo ad hoc per far fronte alla situazione"

Il Coronavirus rischia di infettare anche i conti di Palazzo Civico. Il direttore finanziario Paolo Lubbia parla senza mezzi termini di una possibile “voragine”. Colpa della crisi economica che sta innescando l’emergenza sanitaria e le ripercussioni che questa potrebbe avere sulle entrate da tariffe e tributi attese dal Comune di Torino. Durante la commissione Bilancio – convocata in seduta congiunta con la commissione Commercio e la conferenza dei capigruppo – Lubbia ha illustrato i rischi cui va incontro la Città nelle prossime settimane e non solo per la decisione della sindaca Chiara Appendino di posticipare le rate della Tari per imprese e partite iva. Impossibile oggi fare una stima delle minori entrate. Ogni anno la tassa rifiuti porta nelle casse comunali 200 milioni, l’Imu (l’imposta sulla casa) altri 260 milioni, altri 108 milioni arrivano dall’addizionale Irpef, 50 dalla Cosap e 80-85 milioni dalle multe. Tutte entrate che rischiano una sensibile contrazione e su un corpo già affetto da pluripatologie (finanziarie), il Coronavirus rischia di essere letale.

Il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo ha proposto di differire al 2021 tutte le spese non urgenti: lavori pubblici, manutenzioni, personale. “Ovunque si possa intervenire lo si faccia costituendo un fondo ad hoc per far fronte all’emergenza” chiede l’esponente dem che non perde l’occasione per chiedere anche di procrastinare l’avvio della nuova Ztl. Trovare dei risparmi è certamente “una proposta di buon senso” dice Lubbia, il qual però conta in particolare sull’intervento di Roma: “Il governo dovrà farsi carico della situazione nei Comuni italiani. Non è un problema solo nostro, in tanti rischiano grosso”.

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