EMERGENZA SANITARIA

Serrata totale per 15 giorni

Il governatore Cirio valuta "con attenzione" la proposta del collega della Lombardia: per due settimane chiusura di tutti i negozi, con le sole eccezioni di alimentari e farmacie, e stop a fabbriche e imprese. Si attende l'evoluzione del contagio

“Aspettiamo il parere dei medici, ma siamo pronti ad appoggiare la richiesta del governatore della Lombardia Attilio Fontana di una chiusura di tutte le attività non strettamente necessarie”. Il presidente del Piemonte Alberto Cirio, dunque, apre pur condizionando la decisione al parere del comitato scientifico e dell’Unità di Crisi alla richiesta da avanzare al Governo di un ulteriore inasprimento delle misure per contenere il contagio da coronavirus: quindici giorni di chiusura di tutti i negozi con le sole eccezioni per gli esercizi alimentari e le farmacie. Ma anche delle produzioni industriali e servizi non essenziali. Insomma, una serrata generale. “Se il presidente di una Regione come la Lombardia chiede un provvedimento del genere, va ascoltato” ha aggiunto.

Per Cirio “Fontana va ascoltato, in base a come si evolve il contagio siamo pronti per quelle misure di chiusura totale chieste dal presidente della Lombardia che analizza la situazione con almeno una settimana di anticipo rispetto al Piemonte, e se si dice pronto a fermare un Pil che è la metà di quello italiano, dobbiamo valutare con grande attenzione questa proposta”.

“Questo è il motivo per cui – ha spiegato il governatore – oggi ho convocato la giunta e parlato dell’ipotesi. Ho chiesto all’assessore alla Sanità Icardi di confrontarsi con la nostra Unità di crisi regionale e con il Comitato scientifico per avere innanzitutto un parere tecnico sull’impatto effettivo che le ultime misure di contenimento stanno avendo sul contagio. Se il giudizio medico-scientifico, che attendiamo già nella giornata di domani, le riterrà non ancora sufficienti siamo pronti a sostenere e appoggiare nei confronti del Governo italiano anche questo ulteriore passo. Consapevoli che una misura di questo livello sarebbe un sacrificio enorme. Ma anche che la vita di ogni persona viene prima di tutto”.

Cirio ha inoltre comunicato che “presto agli oltre 300 attuali posti a disposizione in rianimazione se ne avranno altre 150 attraverso una convenzione con il privato. Questo, unito all’acquisto dei caschi per la ventilazione ed altre operazioni, ci consente di essere pronti per un’eventuale emergenza che ci auguriamo di non vivere, ma che si deve mettere in conto con grande lucidità”. Proposta, quella del governatore lombardo, respinta dagli industriali piemontesi. “Ipotizzare il fermo totale delle attività produttive e della circolazione delle merci – scrive in una nota il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – è l’extrema ratio. La nostra speranza è che non si arrivi a questo perché si genererebbe una spirale che ci porterebbe a perdere clienti all’estero, posti di lavoro e possibilità di ripresa. Le nostre aziende – aggiunge – stanno già applicando con assoluto rigore e responsabilità le misure indicate dal Governo, che sono equilibrate e consentono di salvaguardare la salute dei lavoratori e al tempo stesso di preservare la nostra capacità produttiva, in attesa di poter tornare a pieno regime”. “Il rispetto delle norme di comportamento da parte di lavoratori e cittadini – conclude Ravanelli – è l’unica via che può portarci fuori da questa emergenza. È possibile ipotizzare l’applicazione di misure ancora più restrittive nelle imprese, ma occorre evitare in ogni modo lo stop del sistema produttivo del Paese”.

Intanto sale a 20 il numero delle persone decedute in Piemonte, positive al Covid-19. Nel pomeriggio sono morti un astigiano di 57 anni, ricoverato in rianimazione all’ospedale di Asti, una donna biellese di 87 anni, in cura nel nosocomi di Biella e un novarese di 84 anni che si trovava al Maggiore di Novara. Tutti i pazienti presentavano un quadro definito dai sanitari “compromesso”. In Piemonte, le persone positive al coronavirus sono al momento 482, quelle negative al test 1.986, mentre gli esami in corso sono 362. I casi positivi sono così distribuiti sul territorio: 115 a Torino, 58 ad Asti, 69 ad Alessandria, 23 a Biella, 14 a Cuneo, 24 a Novara, 24 a Vercelli e 11 nel Vco. E ancora, i casi positivi provenienti da fuori regione sono 18, mentre 126 casi sono ancora in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. In rianimazione, infine, sono ricoverate 74 persone.

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