ENTI LOCALI

Meno entrate e più spese: nei Comuni è allarme conti

Con i servizi interrotti e i tributi sospesi i bilanci delle amministrazioni locali sono a rischio. Solo a Torino balla quasi un miliardo. Il presidente Anci Piemonte Corsaro invoca l'intervento del Governo: "Ci metta in condizione di reggere l'impatto"

Rischio default per i Comuni. Che, poi, detto in italiano forse fa un altro effetto: grandi città e piccoli paesi rischiano di fallire non potendo onorare i loro debiti. Non solo con banche e fornitori, che già sarebbe un disastro. Ma, soprattutto, il pericolo enorme è quello di non poter più garantire tutti quei servizi per i cittadini che, senza soldi che entrano mentre continuano a uscirne, potrebbero essere colpiti da una crisi senza precedenti anche quando, nessuno sa, finirà o si affievolirà l’emergenza coronavirus.

Un dato per cercare di capire di che cosa si sta parlando: le entrate proprie di un comune come Torino, tra contravvenzioni, tariffe e tributi vale un miliardo: quanto di questa somma entrerà effettivamente nelle casse di Palazzo Civico dopo la sospensione delle riscossioni coattive, l'azzeramento dei servizi a pagamento la restituzione delle rette, come previsto proprio ieri per gli asili, e poi Imu, tassa sui rifiuti, oneri di urbanizzazione, tassa sull’occupazione del suolo pubblico e molto altro ancora? L'emergenza sta interrompendo, in parte, quel flusso di denaro che serve ai Comuni per fornire servizi. Tutto questo mentre ci sono i mutui da pagare, così come i fornitori e, non certo ultimi, gli stipendi dei dipendenti che in un’ipotesi di estrema carenza di flussi di cassa potrebbero essere messi a rischio.

È chiaro come di fronte a una situazione del genere e a uno scenario che potrebbe peggiorare nei prossimi mesi gli enti locali non possano farvi fronte senza un intervento pesante da parte del Governo. Come, ormai, invocato da più parti serve un decreto salva Comuni. “Per ora continuano a circolare bozze, ma quel che serve è un provvedimento chiaro ed efficace, ma soprattutto rapido”, sostiene Andrea Corsaro, sindaco di Vercelli e presidente di Anci Piemonte. “Se ci può essere qualche Comune che non ha problemi di anticipazione di cassa, moltissimi altri sono in difficoltà. Si possono applicare soluzioni temporanee con lo slittamento delle tasse, ma i cittadini poi non si possono trovare un accumulo di pagamenti”.

Un elenco che si allunga quello dei mancati introiti: “Pensiamo solo ai parcheggi, al tracollo del commercio, agli esercizi pubblici chiusi”, dice Corsaro per il quale “la finanza comunale deve poter contare su soluzioni che arrivino con il recepimento da parte del Governo dei suggerimenti e delle richieste dei sindaci, che devono essere messi in grado di poter reggere l’impatto”.

Fino ad oggi l’unica voce riferita ai Comuni nei provvedimenti varati dal Governo riguarda gli 80 milioni per gli interventi di disinfezione. Nulla di sostanziale, insomma, che possa incidere su quei bilanci che rischiano di saltare. “E poi, per noi sindaci, non è certo cosa facile avere quasi tutti giorni decreti e provvedimenti  regionali che si accavallano ai quali dover dare interpretazione e applicazione, mentre i conti dei nostri enti si stanno piegando sotto una situazione che dire eccezionale è poco”.

Il rinvio al 31 maggio dei bilanci consuntivi e preventivi, chiesto e ottenuto dal presidente nazionale di Anci Antonio De Caro, è cosa utile, ma solo per rimandare alcuni problemi. Nel decreto di aprile, per i primi cittadini, servono almeno due miliardi. La sospensione dei pagamenti dei mutui accesi con Cassa Depositi e Prestiti, è tra le ipotesi. Probabile. Assai meno certo, anzi molto difficile, analogo trattamento da parte degli istituti di credito. Dirigenti di importanti banche stanno rispondendo a città anche grandi che, ad oggi, non sono in grado di prendere impegni in tal senso.

Oggi alle 16 ci sarà la consueta riunione di coordinamento operativo politico in videoconferenza tra Governo, Protezione Civile e Regioni e in questa occasione, come ha annunciato il ministro Francesco Boccia, “si valuteranno con i presidenti di Regione e i presidenti di Anci e Upi gli effetti e l'impatto delle nuove misure di contrasto al virus Covid-19 relativamente ai bilanci locali e alle forme di intervento, al fine di definire insieme eventuali rafforzamenti o integrazioni in Parlamento”. Quali, quanti e di che peso potranno essere gli ancora “eventuali” rafforzamenti è tutto da vedere. Arriverà presto quell’iniezione di denaro indispensabile per evitare che la casse restino vuote, con l’effetto a catena di non poter pagare mutui (che magari si possono sospendere), ma soprattutto fornitori con drammatici effetti domino sull’economia e, perfino, i dipendenti? “Qui bisogna che le cose funzionino, che si intervenga in fretta – avverte il presidente di Anci Piemonte –. Bisogna salvaguardare il piccolo come il grande Comune, per salvaguardare i cittadini”.

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