ECONOMIA DOMESTICA

Trasporti, dopo il virus rischiano il tracollo

Con la riduzione al minimo dei servizi il sistema pubblico locale è in grave sofferenza. Serve l'immediata erogazione del fondo nazionale, anche se "non sarà sufficiente ad assicurare la ripresa", dice l'assessore regionale Gabusi

L’emergenza ha sgonfiato le gomme del trasporto pubblico locale e se non si prenderanno subito contromisure c’è il rischio concreto che anche quando si potrà tornare a circolare liberamente i bus potrebbero non ripartire o farlo in maniera estremamente faticosa. Per questo il Piemonte, insieme a Lombardia, Veneto e Liguria ha chiesto alla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli di “attivare con urgenza misure straordinarie per tutelare la mobilità pubblica”.

Purtroppo come conferma l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi “la risposta non è ancora arrivata”. Non è una novità, vien da dire ricordando la non certo alacrità della ministra alle istanze del Piemonte pure quando non si era in emergenza: dall’Asti-Cuneo a seguire la titolare del dicastero di piazza di Porta Pia non ha mai brillato in rapidità e concretezza. Adesso, però, le risorse servono e “non si può aspettare. Non possiamo attendere ancora di agire quando, speriamo al più presto, usciremo dall’emergenza. Sarebbe troppo tardi”, avverte Gabusi. Con i colleghi delle altre regioni del Nord maggiormente colpite ha scritto al presidente della commissione Infrastrutture Fulvio Bonavitacola (Pd) per chiedere di convocare con urgenza un incontro, in videoconferenza, della commissione stessa con il ministro per individuare misure economiche straordinarie per arginare la situazione in atto.

“Con la riduzione al minimo dei servizi il sistema delle aziende di trasporto pubblico locale è in grave sofferenza – spiega l’assessore –. Un confronto con il Governo su questo tema non c’è ancora stato e non sarebbe stato necessario se lo scenario non fosse precipitato come è invece accaduto”. Gabusi ricorda come era stato chiesta già all’inizio dell’emergenza l’erogazione dell’anticipo del fondo nazionale trasporti. “Ora, avendo già accumulato milioni di euro di perdite, lo richiediamo con maggior forza, insieme a tutto il Nord Italia”. Serve subito, “ma non basterà, comunque, a sostenere le aziende del che stanno vivendo una vera e propria emorragia”.

Già il settore da tempo era in sofferenza, ora con una clientela prossima allo zero, restituzione di abbonamenti, mancati introiti, “serve attivare con urgenza misure straordinarie, sia in termini di risorse sia per quanto riguarda le norme e le procedure amministrative, necessarie per fare fronte a tale crisi, i cui effetti vanno a sommarsi alle ben note difficoltà del settore già esistenti”. Le misure per provare a contenere il contagio, la chiusura di moltissime attività produttive, dopo quella delle scuole, disposta dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio ha comportato e comporterà ulteriori modifiche e riduzione dei servizi.

“Ogni giorno monitoriamo il sistema regionale per capire dove poter ancora apportare cambiamenti”, spiega l’assessore. Ma è del tutto evidente e non potrebbe essere altrimenti che la frequentazione dei mezzi è bassissima, “anche se cerchiamo comunque di garantire il trasporto di chi deve per forza spostarsi per necessità, siano su gomma o su rotaia”. Lo stesso provvedimento disposto dalla circolare del ministero dell’Interno e della sanità che vieta, salvo rari casi, gli spostamenti fuori dal comune di residenza, limiterà ulteriormente il ruolo del trasporto pubblico. “Impossibile oggi quantificare la cifra di cui il Piemonte avrà bisogno, anche perché molto dipenderà da quanto andrà avanti l’emergenza e le misure oggi in atto. Almeno erogare le risorse del fondo nazionale trasporti, quello è indispensabile”. E sulla richiesta dell’incontro con il ministro Gabusi è chiaro: “Ci sono tutti i mezzi per farlo a distanza”. Ma, per adesso, dalla De Micheli nessuna risposta.

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