EMERGENZA SANITARIA

"Non si può bloccare tutto per mesi. Serve subito una fase due"

Appello di giuristi, medici, biologi e scienziati, promosso dal professor Valditara di Torino. Per rimettere in moto la nazione, evitando il riaccendersi virulento della pandemia, occorre una politica simile a quella coreana

Dopo le misure di isolamento è ora di pensare a una fase 2 di contrasto della pandemia di Covid 19: è quanto chiede il mondo della ricerca a governo e forze politiche di maggioranza e opposizione nell’appello promosso da Giuseppe Valditara, dell’Università di Torino, e che in poche ore ha raccolto 100 firme di docenti universitari di diverse discipline. “È  arrivato il momento di elaborare una fase due nella strategia di attacco al Covid 19”, rileva Valditara. “Le misure di isolamento vanno bene e vanno fatte rispettare, ma non si può bloccare per diversi mesi ancora il Paese. Si devono progressivamente affiancare – osserva – misure di rilevamento diffuso dei potenziali infetti e di tracciamento attraverso geolocalizzazione insieme con la diffusione massiccia di mascherine adeguate”.

Ecco il testo dell’Appello:

La Corea del sud ha sconfitto il virus senza lockdown. Da secondo paese al mondo con più contagi ha ora poco più di un decimo di quelli accertati in Italia. La diffusione di Covid 19 è tenuta sotto controllo con un grande numero di test mirati, isolamento dei soggetti positivi e loro tracciamento attraverso la geolocalizzazione. Il contenimento attivo della progressione del contagio ha evitato la saturazione degli ospedali limitando la mortalità dei contagiati, con misure solo localizzate di quarantena generalizzata.

È evidente a questo punto che anche noi dobbiamo rapidamente elaborare una fase due: non è pensabile tenere bloccato un paese ancora per diversi mesi, avrebbe conseguenze economiche e sociali devastanti. Per rimettere in moto la nazione, evitando il riaccendersi virulento della pandemia, occorre tuttavia una politica simile a quella coreana. La proposta che più si avvicina è quella del prof. Andrea Crisanti. Occorrono pertanto tamponi e test sierologici – che sono la risposta più rapida e sono fattibili in qualsiasi laboratorio, anche privato – generalizzati per quelle categorie professionali che operano a contatto con i pazienti ovvero che hanno più contatti con il pubblico. Inoltre tamponi e test sierologici per tutti coloro che manifestano sintomi e da questi allargamento a raggio dei tamponi e dei test, coinvolgendo cioè parenti e persone incontrate negli ultimi giorni

Le app di tracciamento sono sotto questo profilo decisive, è dunque necessario l'avvio di una politica di geolocalizzazione che deroghi temporaneamente alle norme sulla privacy. Infine obbligo delle mascherine per chi frequenta luoghi pubblici dove non si possono mantenere distanze opportune: uffici, mezzi di trasporto etc. Occorre altresì prevedere forme di isolamento e monitoraggio con adeguata quarantena dei positivi per evitare il contagio dei conviventi e dei loro contatti stretti. Queste misure potrebbero anche sfruttare hotel e case vacanze, che al momento sono praticamente vuote, per mettere in quarantena centralizzata tutte le persone a rischio, opportunamente  identificate. Tali strutture renderebbero anche più facili l'osservazione e l'assistenza tempestiva e meno onerose per il servizio sanitario quando i sintomi diventassero severi.

Inoltre si deve prevedere la creazione di reparti ad hoc negli ospedali per evitare la paralisi della assistenza ospedaliera.

Il tempo stringe, occorre agire rapidamente.

Firmatari: Alberto Aloisio (Università Federico II di Napoli), Alessandro Antonelli (Università di Pisa), Giampaolo Azzoni (Università di Pavia), Pierluigi Barrotta (Università di Pisa), Stefano Bastianello (Università di Pavia), Giuseppe Bertagna (Università di Bergamo), Emanuele Bilotti (Università Europea di Roma), Guido Biscontini (già Università di Camerino), Fernando Bocchini (Università Federico II Napoli), Giampio Bracchi (già Università Politecnico di Milano), Marina Brambilla (Politecnico di Milano), Paolo Branchini (Istituto nazionale di Fisica), Luigi Brugnano (Università di Firenze), Giacomo Büchi (Università di Torino), Vito Valerio Cantisani (Università La Sapienza Roma), Alba Cappellieri (Politecnico di Milano), Nicola Casagli (Università di Firenze), Raffaele Caterina (Università di Torino), Enrico Caterini (Università della Calabria), Francesco Cavalla (già Università di Padova), Mauro Ceroni (Università di Pavia), Paola Cogo (Università di Udine), Emanuela Colombo (Politecnico di Milano), Giorgio Colombo (Università di Pavia), Valentina Colombo (Università Europea di Roma), Mario Comba (Università di Torino), Pierluigi Contucci (Università di Bologna), Marco Massimo Corsi Romanelli (Università Statale di Milano), Alfredo Costa (Università di Pavia), Franco Cotana (Università di Perugia), Renato Cristin (Università di Trieste), Raimondo Cubeddu (Università di Pisa), Francesco Curcio (Università di Udine), Vito D’Andrea (Università La Sapienza Roma), Enrico Del Prato (Università La Sapienza Roma), Andrea Di Porto (Università La Sapienza Roma), Paolo Duvia (Università dell’Insubria), Adriano Fabris (Università di Pisa), Claudio Fazzini (Politecnico di Milano), Raffaele Fiume (Università Parthenope Napoli), Emanuela Andreoni Fontecedro (già Università RomaTre), Pietro Formisano (Università Federico II Napoli), Lorenzo Franchini (Università Europea di Roma), Antonio Fuccillo (Università Vanvitelli Napoli), Paolo Gasparini (Università di Trieste), Edoardo Giardino (Università Marconi), Felice Giuffré (Università di Catania), Marco Grasso (Ospedale San Gerardo Monza), Marco Guazzi (Università Statale di Milano), Antonella Lamazza (Università La Sapienza Roma), Alberto Lusiani (Normale di Pisa), Francesco Manfredi (Università Jean Monnet Bari), Vincenzo Mannino (Università RomaTre), Carla Masi (Università Federico II Napoli), Maurizio Masi (Politecnico di Milano), Ludovico Mazzarolli (Università di Udine), Francesco Menichini (Università della Calabria), Felice Mercogliano (Università di Camerino), Mariella Miceli (Università di Palermo), Paolo Miccoli (già Università di Pisa), Leo Miglio (Università Bicocca Milano), Giovanni Nano (Università Statale di Milano), Matteo Negro (Università di Catania), Paolo Nesi (Università di Firenze), Ida Nicotra (Università di Catania), Alessandra Nivoli (Università di Sassari), Vincenzo Pacillo (Università di Modena e Reggio), Pietro Paganini (Università John Cabot Roma), Marco Paolino (Università della Tuscia), Mauro Paoloni (Università RomaTre), Alessandro Parolari (Università Statale di Milano), Cristina Pedicchio (Università di Trieste), Dario Peirone (Università di Torino), Raffele Picaro (Università Vanvitelli Napoli), Luciano Pietronero (Università La Sapienza Roma),  Anna Poggi (Università di Torino), Patrizia Polliotto (Istituto Ospedaliero Galeazzi Milano), Giovanna Riccardi (Università di Pavia), Marco Ricotti (Università Politecnico di Milano), Raffaele Rodio (Università di Bari), Michele Rosboch (Università di Torino), Francesco Rotondi (Università Iulm Milano), Noemi Sanna (Università di Sassari), Vincenzo Maria Saraceni (Università La Sapienza Roma), Salvatore Sfrecola (già Corte dei Conti), Laura Solidoro (Università di Salerno), Sebastiano Tafaro (già Università di Bari), Chiara Tenella (Università Statale di Milano), Renato Troncon (Università di Trento), Giuseppe Valditara (Università di Torino), Teodoro Valente (Università La Sapienza Roma), Alessandra Veronese (Università di Pisa), Vincenzo Vespri (Università di Firenze), Antonio Vicino (Università di Siena)

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