EMERGENZA SANITARIA

Piemonte in ritardo pure sui test

Tra le ultime ad aver effettuato i tamponi, la Regione non è ancora pronta per gli esami sierologici. Domani scade la procedura di acquisto dei kit, poi toccherà alle singole Asl procedere

Per ora sono 70mila quelli che la Regione Piemonte ha deciso di acquistare, ma i kit per i test sierologici potrebbero presto più che raddoppiare. La procedura che vedrà scadere domani alle 14 il termine per la presentazione delle offerte, prevede infatti la possibilità di un ulteriore acquisto di 100mila unità, rafforzando l’ipotesi che l’indagine epidemiologica possa essere estesa oltre al personale sanitario anche a un campione di popolazione. Un’eventualità, questa, che sarebbe al vaglio in vista di una possibile decisione della giunta regionale.

Intanto si partirà dagli ospedali e dal personale sanitario del territorio. Se un programma del tutto definito non sembra ancora emergere per questa che è e resta un’indagine epidemiologica, dall’Unità di Crisi arriva la conferma che a gestire questa campagna di test saranno le singole aziende sanitarie e ospedaliere. Saranno loro a programmare i prelievi ematici sul personale, con una priorità per quello maggiormente esposto al rischio di contrarre o di aver contratto, anche senza sintomi, il coronavirus, per poi coprire gli interi organici.

“Stiamo allertando le Aziende sanitarie per organizzare i prelievi di sangue del personale – aveva annunciato quattro giorni fa l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – l’effettuazione dei test avverrà mediante la rete dei laboratori pubblici non appena saranno disponibili le forniture acquisite, probabilmente già entro questa settimana”. I tempi non saranno quelli auspicati, visto che il termine per le offerte scadrà domani e che ancora non si sa quanto bisognerà aspettare perché tutte le aziende sanitarie ricevano il materiale.

E proprio i tempi rischiano di continuare a segnare negativamente l’azione del Piemonte nel contrasto all’epidemia. Ritardi sull’aumento del numero di tamponi che è ancora decisamente inferiore rispetto a quello di altre regioni, ritardi nell’affrontare la questione delle Rsa i cui numeri, dai decessi accertati ai casi di positività, ancora non si conoscono, per proseguire con gli interventi su quelle strutture, a partire dai Sisp, che hanno dimostrato la loro inefficienza anche dopo settimane dall’essersi conclamata l’emergenza.

La procedura per la procedura negoziata d’urgenza con cui acquistare i kit sierologici è un ulteriore banco di prova: bisognerà vedere quanto le Asl e le Aso dimostreranno di essere pronte e rapide non appena arriveranno i materiali. Quello dei laboratori non dovrebbe essere un problema come invece continua ad esserlo per i tamponi. Ogni laboratorio possiede attrezzature in grado di processare i kit, o meglio il kite che riceverà. A quanto risulta la stragrande maggioranza delle apparecchiature sono fornite in comodato da due gruppi, la Diasorin e la Abbott. E’ quindi presumibile che a seconda di dove siano collocate le apparecchiature arrivino i kit relativi.

Si partirà entro la prossima settimana? Dall’Unità di Crisi non viene fornita alcuna data, rimandando all’esito della procedura d’acquisto e ai tempi necessari per l’avvio della campagna di test. C’è chi è partito prima, come le Marche dove gli esami sono già in corso. Lì, il protocollo prevede che in caso il test dia esito positivo, si proceda con il tampone e il sanitario venga riammesso al servizio solo dopo il secondo negativo. Al contrario se il test dà esito negativo, ne viene riprogrammato uno dopo 15 giorni e se confermato viene rilasciato un certificato che attesta l’assenza di infezione dieci giorni prima del primo test.

Quali saranno le procedure che verranno applicate in Piemonte dall’Unità di Crisi ancora non è dato sapere con precisione. Spiegano che si deve attendere l’esito della procedura di acquisto e poi arriveranno, si spera, le indicazioni. Per evitare che ogni azienda vada per conto suo. 

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