REGIONE

"Il muro contro muro non paga", fase 2 anche a Palazzo Lascaris

Dopo l'ennesima seduta infruttuosa, il neo assessore Marrone chiede un cambio netto nei rapporti tra maggioranza e opposizione. "Coinvolgere le minoranze a partire dal Riparti Piemonte". E basta con le riunioni da remoto, "dobbiamo tornare presto in aula"

Serve una fase 2 anche nel rapporto tra maggioranza e opposizione, in un Consiglio regionale mai come in questo primo anno di legislatura tanto improduttivo (e non per il coronavirus). Ne è convinto anche Maurizio Marrone, fino a ieri capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Lascaris e ora nuovo assessore a Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Cooperazione internazionale e, appunto, ai Rapporti con il Consiglio. Secondo Marrone l’occasione per “ripristinare un clima di collaborazione, pur nella consapevolezza dei rispettivi ruoli, arriverà proprio con l’approdo in aula del disegno di legge Riparti Piemonte”, quello cioè in cui sono contenute una serie di misure per il ristoro dell’economia regionale, stremata dagli effetti del lockdown.

Intanto ieri, nell’aula virtuale di via Alfieri, è andato in scena l’ennesimo dialogo tra sordi che ha coinvolto centrodestra e minoranze di varia estrazione. La maggior parte della seduta si è persa tra schermaglie procedurali e scaramucce personali, il tutto reso ancor più imbarazzante da innumerevoli problemi tecnici di connessione e incomprensioni varie. Al termine dell’assemblea il capogruppo della Lega Alberto Preioni, dopo aver inutilmente tentato di forzare la mano, chiedendo la procedura d’urgenza per istituire la Commissione sull’Autonomia – quella che da un anno ancora attende il varo ufficiale – peraltro sbagliando il riferimento normativo, ha attaccato le opposizioni, secondo un copione ormai stanco e logoro: “È decisamente poco responsabile sprecare il tempo in questo modo, soprattutto dal momento che noi la voglia di fornire risposte ai piemontesi l’abbiamo. Se l’unico modo per riuscire ad approvare i provvedimenti sarà quello di convocare sedute a oltranza, ci riserveremo il diritto di farlo” ha tuonato il pittoresco Preioni. Dopotutto, quale cittadino piemontese in questo momento non vive come un’urgenza l’istituzione della commissione per l’Autonomia? Non si parla d’altro. Quella di Preioni è una pistola caricata a salve, forse ad acqua dei suoi tanto cari invasi (anche qui si è trovato con un buco... nell’acqua). Del resto è la maggioranza che ha più da perdere se non trova il sistema di convivere con le opposizioni e inoltre non è affatto scontata l’adesione a questa linea di scontro perenne da parte di un esercito che ormai manifesta più di una riserva sulle capacità del proprio comandante in capo.

Come uscire quindi da una paralisi conclamata di un Consiglio nel quale la dialettica è spesso ridotta a contrapposizioni ideologiche o identitarie, quando non di mera propaganda? Marrone prova a girare alla larga da ogni polemica ma non si esime dall’esprimere il suo punto di vista: “Il muro contro muro non è la strada per uscire da questa crisi”. Lo spartiacque dovrebbe essere proprio il ddl “Riparti Piemonte” annunciato dal governatore Alberto Cirio: 800 milioni per dare un po' di ossigeno al sistema produttivo, un sostegno finanziario accompagnato da una robusta opera di sburocratizzazione. “Il presidente ha istituito una cabina di regia coinvolgendo tutti i capigruppo. Presto inizieremo a discutere nel merito di questo provvedimento e spero ci sia da parte di tutti la volontà di collaborare per un obiettivo comune”. Spiega meglio: “Durante la fase operativa dell’emergenza il Consiglio ha avuto un ruolo marginale, poiché assessori, esperti e consulenti erano impegnati sul campo per arginare il contagio e questo potrebbe aver contribuito a creare un clima non favorevole. Ora, però, dobbiamo pensare alla ripartenza, entrare nel merito delle misure da prendere. Saremo aperti ai contributi di tutti, fermo restando che la linea sarà data da giunta e maggioranza”.

L’opposizione finora “ha manifestato disponibilità a collaborare” ammette Marrone, usando un eufemismo. “E noi – prosegue – a differenza di quanto sta accadendo a Roma, con l’esautorazione del Parlamento, dobbiamo essere pronti a recepire proposte e suggestioni”. Una è arrivata proprio ieri da due consiglieri del Pd che hanno chiesto la possibilità di riaprire le porte di Palazzo Lascaris a partire dal prossimo Consiglio, in concomitanza dell’allentamento del lockdown, ponendo così fine alle farraginose sedute on line. Tema sul quale Marrone ha un parere ben chiaro: “Io dico che se riesce a farlo il Parlamento possiamo riuscirci anche noi. Secondo me dovremmo tentare questa strada, ma è una decisione che spetta al presidente Stefano Allasia e al suo ufficio di presidenza in cui, peraltro, il mio partito, Fratelli d’Italia, non è rappresentato”. Dice di più il neo assessore: “Penso che una parte della tensione sia dovuta anche all’assenza di valvole di sfogo come talune riunioni volanti che in passato erano state utili per sbloccare situazioni di impasse”. E poi, conclude “l’attività istituzionale deve avere una sua dignità. Se può riunirsi la Giunta penso debba farlo anche il Consiglio”. Con mascherine di ordinanza.

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