EMERGENZA ECONOMICA

La Spoon River degli artigiani

Perse in dieci anni 21mila aziende in Piemonte. E ora l'emergenza Covid potrebbe assestare un nuovo durissimo colpo a queste piccole realtà. Tra i settori più penalizzati il turismo e industria

Rappresentano l’ossatura del sistema economico e produttivo italiano, in tutto il Paese sono 1,3 milioni, concentrate in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, ma ormai da un decennio il loro numero si riduce in modo costante. Sono le aziende artigiane, una rete di piccole e piccolissime imprese messe a dura prova per anni da un’economia a singhiozzo e ora pure dall’epidemia di Covid. In Piemonte il peso delle aziende artigiane sul totale delle imprese si attesta al 27%, negli ultimi dieci anni se ne sono perse 21mila.

Nel primo trimestre 2020 tutte le regioni hanno segnato una contrazione, più o meno intensa, della base imprenditoriale. Per quanto riguarda più specificatamente il Piemonte, in questo lasso di tempo, la dinamica registrata dalle aziende artigiane (-0,92%) è risultata lievemente più negativa sia rispetto a quanto evidenziato dal tessuto imprenditoriale regionale nel suo complesso (+0,82%), sia rispetto al risultato del comparto artigiano nazionale (-0,84%).

“Le imprese artigiane sono le più fragili e le più destrutturate del nostro sistema imprenditoriale, quelle più penalizzate negli ultimi anni dalle fasi congiunturali negative e da politiche economiche di sostegno non adeguate: ne abbiamo perse quasi 21mila in 10 anni. Il risultato dei primi tre mesi del 2020 è purtroppo negativo per tutte le province e per tutti i settori e sconta già le prime ripercussioni dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Dobbiamo attivare subito misure efficaci, immediate e concrete di supporto: accesso al credito semplificato, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Ferruccio Dardanello, vice presidente vicario di Unioncamere Piemonte.

Nel periodo gennaio-marzo 2020, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 2.398 imprese artigiane, mentre 3.466 hanno cessato la propria attività. Il saldo appare negativo per 1.071 unità, dinamica che porta a 114.595 lo stock di imprese artigiane registrate a fine marzo, con una contrazione dello 0,92%.

Se si guarda ai dati di medio-lungo periodo appare chiaro come l’erosione del comparto artigiano, purtroppo, non sia legata a difficoltà esclusivamente congiunturali, ma si sovrapponga a un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Nel 2010 le aziende artigiane presenti sul territorio piemontese si attestavano a 135.353, dieci anni dopo se ne contano quasi 21mila in meno.

Si tratta per l’80% di ditte individuali, il 15,9% risulta composto da società di persone, mentre solo il 5,1% ha assunto la forma della società di capitale. In termini di dinamica, nel primo trimestre 2020, risultano in crescita solo le società di capitale, che aumentano dello 0,59%, le altre forme risultano stazionarie, mentre perdono terreno le società di persone (-1,39%) e le ditte individuali (-0,93%).

Dati negativi si riscontrano per tutti i settori. La performance peggiore appartiene al turismo (-1,56%), seguito dall’industria in senso stretto (-1,16%). Il commercio segna un risultato in linea con la media regionale (-0,98%), così come gli altri servizi (-0,91%). Il comparto delle costruzioni e l’agricoltura registrano cali di intensità minore, rispettivamente pari a -0,76% e -0,65%.

Anche disaggregando i dati a livello territoriale non si riscontrano differenze significative. In tutte le province il numero delle imprese artigiane risulta in calo. A Verbania e Alessandria i risultati peggiori con una contrazione dell’1,07%. Asti e Cuneo calano rispettivamente dell’1,01% e -0,99%. Torino, che incide con una quota del 51 per cento sul risultato piemontese, registra un tasso del -0,94%. Nel nord-est della regione, infine, le flessioni appaiono meno intense: Novara (-0,77%), Vercelli (-0,64%) e Biella (-0,57%).

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