CORONAVIRUS & POLITICA

Icardi in lockdown, "vada a casa"

Ennesima bufera sull'assessore alla Sanità del Piemonte per le frasi in cui definisce "sciocchezze" le affermazioni di Fazio e Vineis, appena ingaggiati dalla Regione. Scoppia il caso politico, la patata bollente nelle mani di Cirio e Molinari

È andato ripetendo per giorni, come un mantra per nulla convincente che “non esiste un caso Piemonte”. Adesso il caso è lui, Luigi Icardi. Il primo messaggio, appena letto i giornali, stamattina il presidente della Regione Alberto Cirio lo ha inviato a Riccardo Molinari, segretario regionale della Lega, insieme al testo di un’intervista rilasciata dall’assessore alla Sanità che ha alzato ulteriormente il livello di tensione e accresciuti, nel governatore e non solo in lui, i dubbi sull’opportunità di continuare a lasciare nelle mani dell’ex funzionario dell’Asl cuneese la gestione della Sanità in un momento così grave e delicato.

Molinari continuerà nella difesa d’ufficio, ormai non più bastevole, del suo assessore oppure accelererà quel cambio che da tempo è nell’aria e, a quanto pare, nei ragionamenti tra il numero uno della Lega piemontese e il governatore?

Da questa mattina la situazione è andata precipitando, dopo l’esternazione in cui Icardi ha definito “un’enorme sciocchezza” la valutazione dell’ex ministro Ferruccio Fazio, ora a capo della task force voluta da Cirio, circa il fatto che nell’approccio del Piemonte al virus “serviva più coraggio e autonomia”, così come l’affermazione dell’epidemiologo di fama internazionale Paolo Vineis, anch’egli cooptato dall’Unità di Crisi, sul fatto che “i morti nelle Rsa si potevano evitare”.

L’assessore arriva a sproloquiare di una sua condanna “che ha come paragone solo il 41 bis”. Può chi giunge a questi punti continuare a governare con lucidità un settore già delicato e cruciale in periodi di ordinaria amministrazione e oggi vitale, nel senso letterale del termine, per i piemontesi? Può scaricare responsabilità sull’Unità di Crisi “cui è affidata l’operatività” perché “c’è un commissario. Non è l’assessore Icardi che decide”?

Mentre le falle del sistema ospedaliero e emergenziale continuano a emergere tra la sicumera di componenti dell’Unità di Crisi e vertici del Comitato scientifico, l’uomo messo dalla Lega a guidare la Sanità, lo stesso che si impuntò minacciando le dimissioni per avere quale direttore regionale l’ex resposnabile del controllo di gestione dell’Asl cuneese Fabio Aimar, continua a ripetere come un disco rotto: “Se devo andare in galera ci vado a testa alta”.

Al netto di questa eventualità che solo lui continua a mettere sul tavolo, l’assessore sta pensando piuttosto di andare altrove, a casa come si dice in questi casi? Sia pure a testa alta o come ritiene lui. Sarebbe troppo semplice e ingiusto addossargli totalmente la responsabilità di falle enormi in questa emergenza, dove si è arrivati a perdere email e a non comunicare per giorni esiti dei tamponi da parte del servizio dell’Asl torinese che cade sotto la responsabilità di Roberto Testi, colui al quale è stata affidata la guida del comitato scientifico. E poi la confusione dell’Unità di Crisi che dopo gli exploit cinematografici di Mario Raviolo, non è che sia cambiata così tanto con il passaggio del testimone a Vincenzo Coccolo, riconosciuto esperto di dissesti idrogeologi e di utilizzo di micropalificazioni per arginare le frane.

Quella che sta travolgendo la gestione delle due fasi dell’emergenza coronavirus è enorme. Dopo le esternazioni di Icardi, rischia di far tracimare le deboli dighe fino ad ora poste dal governo regionale. “Dopo i disastri della fase 1 Icardi si permette di dire a Vineis e Fazio che le loro sobrie critiche sono sciocchezze? Continua a dare degli sciacalli e dei beceri ai consiglieri di opposizione? Si autoassolve per l'ennesima volta e accusa di irresponsabilità i cittadini e di faziosità (di nuovo) i medici? Dice oggi che la fase 2 andava rinviata? Si chiede quali errori gli si imputino? Parla di 41 bis? Bisogna veramente essere senza vergogna o in preda al delirio, tanto da farsi dire dal proprio Presidente che si è mancato di senso istituzionale”, dice in una nota il consigliere regionale di Luv Marco Grimaldi.

“Sembra quasi che l'sssessore voglia gettare la spugna: lo faccia e si dimetta. Una strage annunciata nelle Rsa, con un mese senza provvedimenti e poi una delibera fantasma che appare e scompare producendo effetti gravissimi, nessuna sorveglianza attiva, Usca inesistenti, tamponi inaccessibili, Dpi inadeguati, medici completamente abbandonati. Questa è stata la fase 1 della Giunta Cirio che ha creato il caso Piemonte - prosegue Grimaldi - Icardi nega l'evidenza, parla già di un ripetersi del contagio, come se lui fosse l'uomo della strada e non il membro di una giunta che ha fatto i decreti, e persiste a non rispondere ad alcuna domanda su come si eviteranno gli errori commessi, perché quando saranno ripetuti potrà dare la colpa alle persone che passeggiano al parco e non all'assenza di tamponi a tappeto. Ma non si preoccupi: noi ci vedremo martedì in aula e poi, se la maggioranza non ha paura, in commissione d'inchiesta”.

Quello di Grimaldi non è l’unico attacco delle minoranze: il Pd e il M5s da giorni stanno incalzando l’assessore, chiedendo conto al governatore di una situazione che in troppe circostanze è apparsa e appare fuori controllo. Ma non è questione di scontro tra minoranza e maggioranza.

La condotta del titolare della Sanità che alle proteste dei medici risponde come Maria Antonietta, chiedendosi “cosa volessero di più, abbiamo messo a disposizione 55 milioni”, ormai investe come un prevedibilissimo (forse fin dai tempi della nomina dell’ex sindaco di Santo Stefano Belbo, esperto di enologia) tsunami il governo della Regione, con ricadute su ciò che va fatto per garantire la salute dei cittadini.

Questa mattina, di buon’ora, Cirio ha girato a Molinari le esternazioni del suo assessore. Stavolta la difesa d’ufficio non può più bastare. Il punto di non ritorno appare molto vicino. Sarà l’assessore a fare un passo indietro oppure la decisione toccherà a governatore e al principale azionista della maggioranza che lo sostiene? Fare finta di nulla o rubricare tutto a un eccesso di tensione non è più possibile. Né giusto.

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