Militonti

Se il principale e pressoché unico criterio di selezione della classe politica è la militanza di partito, con il conseguente legame di fedeltà al caporione di turno, non ci si può stupire se in Regione ogni decisione di governo, provvedimento legislativo o atto amministrativo diventi strumento di propaganda. Che si tratti di mascherine (spacciate per gentile cadeau di un consigliere o di una formazione politica), di misure economiche e contributi (strizzando l’occhio alle rispettive clientele) o di risultati sanitari, arrivando a vantarsi di meriti altrui, come è avvenuto ieri con i ceffi di due assessori esultanti per il “primo paziente salvato con il plasma di un guarito da Covid-19”. Insomma, per questi “militonti” tutto deve servire a oliare la macchina del consenso. Una pratica non solo tollerata ma addirittura assecondata dal governatore Cirio che spera così, distribuendo “contentini”, di prevenire potenziali conflitti anche a costo di minare la propria leadership. Del resto quando manca il gallo nel pollaio si fanno avanti i capponi.

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