TORINO 2021

Appendino bis? "Non esiste"

Nessuna possibilità di sostegno del Pd a una ipotetica ricandidatura della sindaca grillina. Lepri: "Lo escludo", Giorgis: "Una sciocchezza". E Laus torna a chiedere le primarie del centrosinistra

“Siamo oltre la fantapolitica”. Se un’impresa può essere ascritta a Chiara Appendino, è certamente quella di avere compattato il Pd di fronte all’ipotesi di un suo bis a Palazzo Civico. La notizia è rimbalzata nelle scorse ore, secondo qualcuno artatamente veicolata, e per qualche ora ha gettato un certo scompiglio nel mondo politico subalpino. La sindaca potrebbe valutare una ricandidatura e lo stato maggiore dem, in ossequio a logiche nazionali, non escluderebbe di appoggiarla.

Una opzione di fronte alla quale anche i più dialoganti, persino quelli che nelle retrovie provano a tessere la tela di un nuovo centrosinistra a tinte rosse e gialle, saltano sulla sedia. “Ma è una sciocchezza” sbotta il solitamente compassato Andrea Giorgis, sottosegretario alla Giustizia, espressione di quella sinistra zingarettiana che con i grillini vuole dialogare (e governare). Ma a certe condizioni. “L’unica cosa su cui persone ragionevoli convergono è che questa amministrazione non può succedere a se stessa – prosegue Giorgis –. Il primo punto è la discontinuità”. Insomma, il Pd che alle nozze col M5s tiene lo strascico della sindaca uscente “non è nell’ambito delle pur numerose ipotesi che oggi si possono immaginare”.

Una posizione condivisa anche dal deputato Stefano Lepri, area cattolica, uno che in passato aveva bacchettato il capogruppo Stefano Lo Russo per un’opposizione a suo parere troppo prevenuta ad Appendino, soprattutto dopo la nascita del secondo governo Conte. “Ho sempre pensato non fosse utile martellare tutti i giorni la sindaca in un quadro in cui noi siamo al governo col partito che lei rappresenta, ma ciò non toglie il giudizio negativo sui suoi quattro anni alla guida di Torino”. Secondo Lepri, “già un’alleanza al primo turno con il Movimento 5 stelle mi sembra quantomeno improbabile, un sostegno del Pd ad Appendino è da escludere”. Insomma, se già per qualcuno appariva audace un'intesa giallo-rossa nel nome di un progetto civico guidato dal rettore del Politecnico Guido Saracco, la genuflessione a un M5s peraltro in ambasce sembra troppo anche per i più collaborativi.

E se anche chi, seppur con sfumature diverse, ha lavorato per rendere il più possibile organica quest’alleanza di palazzo maturata nelle aule parlamentari, si mostra tanto intransigente di fronte a questa soluzione, facile immaginare cosa ne possa pensare uno come Mauro Laus, senatore eletto nel collegio di Torino, che per spiegare le sue conclusioni la prende un po’ larga: “Il mio ragionamento è semplice – dice in premessa –. Appendino ha preso un sacco di voti dicendo che il Pd aveva sbagliato tutto ed è stata eletta con la promessa di virare a centottanta gradi rispetto alle nostre politiche”. Dunque “ora il Pd può ammettere che la sindaca aveva ragione e che lei ha dato nuovo impulso a questa città, cospargersi il capo di cenere e sostenerla per un secondo mandato, oppure lei potrebbe confessare di aver sbagliato su tante cose, dalla Tav alle Olimpiadi, dall’acqua pubblica alla Metro 2, e decidere di sostenere un nostro candidato”. Insomma, in assenza di un improbabile ravvedimento da una parte o dall’altra, per Laus è “oltre la fantapolitica” immaginare una convergenza sul nome della prima cittadina grillina, che sarà pure “quella brava” secondo la antica vulgata pentastellata ma a Torino gode di un consenso calante e nell’ultimo test elettorale, le regionali dell’anno scorso, il suo partito in città si è fermato al 13 per cento.

Laus va oltre e dopo aver ricordato quel documento approvato nella direzione del Pd in cui si faceva riferimento alla necessità di “individuare un profilo del candidato/a sindaco/a capace in particolare di vera empatia” con i torinesi torna a chiedere “le primarie, per testare sul campo chi tra noi esercita maggiore empatia sui torinesi”. Il segnale di una tentazione sempre più forte di buttarsi nell’agone?  

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