PALAZZO LASCARIS

Autonomia e inchiesta sul Covid, accordo per le due Commissioni

Lo "scambio" tra Lega e Pd alla prova dell'aula e delle "preionate". Il timing dell'insediamento degli organismi e il ruolo di garanzia del presidente del Consiglio Allasia. Nell'indagine sull'emergenza non sarà possibile violare il segreto d'ufficio

Non chiamatelo scambio, anche se lo è. La vecchia ricetta, un po’ di orgoglio e un po’ di ipocrisia, funziona anche stavolta per apparecchiare la tavola con attovagliate maggioranza e opposizione ciascuna con la portata scelta senza, appunto, dover ammettere di aver concordato il menù. Insomma, la commissione di inchiesta sull’emergenza Coronavirus e sulla sanità chiesta dalle opposizioni, sia pure meno piccante del previsto, si farà. E arriverà, finalmente per la Lega, anche la tanto sospirata commissione sull’Autonomia.

Nel giro di un paio di settimane, giorno più giorno meno, i due organismi del consiglio regionale dovrebbero essere pronti a lavorare sui rispettivi temi, salvo non escludibili improvvisate di qualche maldestro maître, uso a scombicchierare tutto sul più bello anche quando il padrone di casa ha deciso. Un rischio che nella Lega c'è chi incrocia le dita perchè non si concretizzi anche oggi quando il capogruppo Alberto Preioni farà la sua mossa del cavallo. Proprio per scacciare l'immagine dell'accordo e, su indicazione ricevuta dall'alto, rivendicare l'eredità del celodurismo anche e soprattutto nei confronti dell'avversario, si produrrà in un'intemerata a favore di quella bandiera dell'Autonomia di cui la commissione è l'asta ancora mancante e quindi da impugnare al più presto. Che sia del cavallo, la mossa, e non quella del suo meno nobile parente è quello che si augurano, incrociando le dita, i vertici del partito.

Tornando all'accordo, la minoranza, Pd in testa, mette in soffitta l’ostruzionismo che ha impedito fino a oggi alla principale forza di maggioranza di innalzare il suo totem autonomista e la stessa Lega, con alleati al seguito, dà il via libera alla commissione che dopo un avvio apparentemente fluido e la benedizione del segretario regionale della Lega Riccardo Molinari (sempre con la condizione del rapido approdo al già citato traguardo dell’Autonomia) si è infranta in mosse a sorpresa arrivate dal gruppo della Lega e dal presidente della commissione Sanità Alessandro Stecco, anch’egli del partito di Matteo Salvini.

In realtà non sarà proprio la stessa commissione richiesta dalle minoranze a indagare su cosa non abbia funzionato nella gestione dell’emergenza e cosa e quanto abbia pesato in questi ultimi mesi del sistema sanitario disegnato e modificato dalle precedenti amministrazioni regionali. Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, quando già erano in atto colloqui riservati tra Lega e Partito Democratico, sarà il primo comma dell’articolo 31 dello Statuto regionale a far superare gli ostacoli sul percorso verso l’istituzione dell’organismo a Palazzo Lascaris. In quelle tre righe si legge che lo Statuto stabilisce la possibilità per il Consiglio regionale di istituire “commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive e in generale di esaminare, per riferire al Consiglio, argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell’attività della Regione”. Una versione ammorbidita rispetto a quella contemplata dal comma successivo, dove invece si prevede che “titolari degli uffici della Regione, di enti e aziende da essa dipendenti, hanno l’obbligo di fornire tutti i dati e le informazioni necessarie, senza vincolo di segreto d’ufficio”.

Una differenza non da poco, ma che potrebbe essere soltanto formale. Per capirci: cosa accadrebbe nel caso a una richiesta venisse opposto il segreto d’ufficio? Formalmente ci si dovrebbe fermale lì, politicamente (e magari non solo) si aprirebbero strade sconosciute e potenzialmente rischiose. Il sospetto che ci sia qualcosa da nascondere sarebbe più pesante dello stesso vincolo del segreto. Ma quell’edulcorazione rispetto alla richiesta depositata dalle opposizioni, nell’intesa tra il neo capogruppo del Pd Raffaele Gallo e il suo omologo leghista Preioni, ha smussato gli spigoli di un confronto che altrimenti si sarebbe concluso in un nulla di fatto. Un’eventualità che avrebbe messo ulteriormente in imbarazzo il vertice regionale leghista.

Il segretario, nell’intervista allo Spiffero, aveva posto apertamente la questione della contestuale fine dell’ostruzionismo nei confronti dell’iter della commissione Autonomia come condizione. Nessuna obiezione dal Pd, mentre a scompaginare tutto era stata invece la sortita di Stecco, attribuita alla volontà di placare le rimostranze dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, il quale peraltro ha smentito ogni sua reazione avversa alla proposta di una commissione di inchiesta. Un garbuglio in casa leghista che se non sbrogliato in fretta avrebbe avuto come diretta conseguenza l’allontanare ancora di più il traguardo indicato dal partito di maggioranza fin dall’inizio della legislatura. Le calende greche avrebbero atteso l’Autonomia.

Se non una retromarcia, certo qualche sterzata c’è stata da una parte e dall’altra. Il Pd, e con esso il resto dell’opposizione, ha digerito qualche cucchiaio di zucchero per addolcire, saltando da un comma all’altro, la commissione e la Lega pur di liberare dai lacci ostruzionistici il suo vessillo darà il via libera all’organismo di indagine. Tutto sistemato? Finché le due commissioni non saranno insediate, meglio non azzardare conclusioni affrettate. Qualche timore nel gruppo della Lega lo si è manifestato, paventando trabocchetti e chiedendo, proprio per questo, di battezzare i due organismi lo stesso giorno. Cosa difficile, anche perché l’iter per la commissione autonomia è già avviato.

A farsi garante che tutto vada secondo l’inconfessato “scambio” sarà proprio un leghista, il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, cui spetta la calendarizzazione degli insediamenti. Prima la commissione tanto attesa dalla Lega, alla cui presidenza è da tempo designato Riccardo Lanzo, o prima quella di indagine che sarà guidata dal dem Daniele Valle? Particolare di poco conto, questione al massimo di una manciata di giorni. Un paio di settimane o poco più e si dovrebbe incominciare a cercare di fare luce su cosa, perché e per responsabilità di chi, non è andato come sarebbe dovuto nella gestione dell’emergenza sanitaria.