CORONAVIRUS & GIUSTIZIA

Si indaga per epidemia colposa

È una delle ipotesi di lavoro formulate provvisoriamente dalla procura di Torino. Altro filone, gestito dai carabinieri del Nas, è relativo alla diffusione dei contagi nelle Rsa. A partire dalla richiesta di informazioni e chiarimenti dei sindaci all'Unità di crisi e al Sisp

Compare anche l’epidemia colposa fra le ipotesi di lavoro formulate provvisoriamente dalla procura di Torino in uno dei numerosi fronti di indagine aperti sulla questione Coronavirus. È quanto trapela da ambienti giudiziari. Altri titoli di reato sono l’omicidio colposo e le lesioni. Nella maggior parte dei casi i fascicoli al vaglio del pool anti-Covid sono comunque senza titolo di reato e a carico di ignoti. Iscrizioni nel registro degli indagati saranno effettuate nel caso di denunce dirette a carico di persone fisiche.

Circa 40 le strutture oggetto di accertamenti d'indagine dei pm, ma per il momento gli inquirenti contestano il reato di epidemia solo per quelle in cui il Covid si è sviluppato in maniera più grave e virulenta: tra queste la Rsa di Grugliasco dove i casi sono stati molto numerosi. Il reato è contestato nei confronti di ignoti poiché gli inquirenti stanno ancora ricostruendo la catena di responsabilità che ha portato a un così elevato numero di contagi e di vittime: iscrizioni nel registro degli indagati, precisano gi inquirenti, saranno effettuate nel caso di denunce dirette a carico di persone fisiche.

Altro filone di indagine, gestito dai carabinieri del Nas, è relativo alla diffusione dei contagi nelle Rsa del Torinese e, in particolare, nella zona che ricade sotto la competenza della procura di Ivrea. Sindaci che chiedevano aiuto e informazioni sulla questione Coronavirus senza ottenere risposte in tempi rapidi. Gli accertamenti hanno preso le mosse ad aprile dopo la segnalazione di una parlamentare piemontese del Movimento 5 Stelle, Jessica Costanzo.

Gli accertamenti riguardano, secondo quanto si apprende, le richieste di informazioni e chiarimenti inoltrate all’Unità di crisi della Regione e al Sisp (servizio di igiene e sanità pubblica) dell’Asl 4 tra la fine di marzo e i primi di aprile, quando cominciavano a crescere i contagi nelle residenze per anziani. “La situazione sta degenerando”, si legge in una delle mail acquisite dagli investigatori: si cercavano indicazioni, per esempio, sulla necessità di mettere in isolamento domiciliare medici di base e parenti dei contagiati. Fra i sindaci che si erano attivati c’era quello di San Mauro Torinese, Marco Bongiovanni, e quello di Brandizzo, Paolo Bodoni, di professione medico, il quale, in un post pubblicato su Facebook il 7 aprile in merito alla situazione della Rsa “Piccola Lourdes”, si diceva “inc ... nel vedere la nostra perla assistenziale lasciata sola a sé stessa” e “inc ... perché mi sono sentito solo e preso in giro da un sistema sanitario latitante, lento, assolutamente insufficiente ad affrontare una pandemia”.

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