GRANDI OPERE

Dopo vent'anni ne servono altri 4 per finire l'Asti-Cuneo

Da qui al 2024 per completare 9 chilometri di autostrada. Nel doppio del tempo cinquant'anni fa l'Italia collegò Milano e Napoli. Cirio esulta (giustamente): "Da questo momento non si potrà perdere più neanche un minuto". E per andare a Verduno non si pagherà il pedaggio

Tra quattro anni i piemontesi potranno finalmente godersi la loro incompiuta. In meno di un lustro saranno completati i 9 chilometri mancanti dell’Asti-Cuneo e il governatore Alberto Cirio fa bene a sbandierare tutto ciò come un successo, col sogno di essere lui, quando sarà al crepuscolo del suo mandato, a tagliare il nastro di un simbolo dell’inefficienza italiana nella gestione delle infrastrutture. “Le opere bisogna finirle. Dopo aver completato in un anno dal nostro insediamento l’ospedale di Verduno, che sarà operativo pienamente da luglio, adesso possiamo concentrarci sull’Asti-Cuneo,  che il nostro territorio aspetta da più di 30 anni” esulta il presidente della Regione Piemonte. In verità l'inizio dei lavori risale al 2000, si tratta dunque di vent'anni che sono comunque un'eternità. Certo fa sorridere tanto entusiasmo a fronte di un’opera in ritardo di decenni e che necessita per essere completata più o meno della metà degli anni che nel secondo dopoguerra impiegò il governo per collegare Milano e Napoli e inaugurare la mitica Autostrada del Sole. Altre epoche, altra Italia.

Otto anni per realizzare i 760 chilometri che hanno unito l’Italia, quattro per concludere un tratto autostradale che va da Alba a Cherasco. Due chilometri all’anno. Se fosse stato questo il ritmo dei nostri padri oggi l’Autostrada del Sole sarebbe alle porte di Parma.

Figurarsi se è colpa di Cirio, il quale anzi ha se non altro il merito di averne fatto una bandiera e di aver pressato tutti i giorni questo governo apatico affinché mettesse mano al dossier e trovasse una soluzione definitiva dopo aver cambiato idea almeno tre volte negli ultimi quattro anni.

La notizia è stata data oggi in pompa magna al Castello di Grinzane Cavour, un tempo simbolo della grandeur culturale piemontese, finito poi nelle cronache giudiziarie. Tutta la giunta regionale schierata, a cominciare dal vicepresidente Fabio Carosso e dall’assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Gabusi. Con loro i presidenti delle Province di Asti e Cuneo, Paolo Lanfranco e Federico Borgna, una delegazione di sindaci del territorio guidata dai primi cittadini di Alba, Asti e Cuneo. A rappresentare la società Autostrada Asti-Cuneo il presidente Giovanni Quaglia e l’amministratore delegato Bernardo Magrì.

Nel dettaglio ci vorranno due anni e mezzo per il primo lotto (2.6b) che va da Alba a Verduno, e un altro anno e mezzo per terminare quello da Verduno a Cherasco (2.6a).  Il cronoprogramma partirà dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera assunta dal Cipe il 14 maggio scorso, che autorizza il meccanismo di finanziamento senza dover ottenere il parere preventivo dell’Unione Europea. “Per avere certezza che la pubblicazione avvenga prima della fine dell’estate - ha sottolineato il presidente Cirio - andremo a Roma con una delegazione di sindaci del territorio dal premier Conte, al quale chiederemo anche garanzie per i 100 milioni di euro di opere complementari promesse a suo tempo”.

E sì perché basta che ti distrai un attimo e tutto finisce in cavalleria. Per informazioni chiedere al direttore generale di Telt (la società di committenza che gestisce i lavori della Tav) che da settimane aspetta un’autorizzazione dal ministero dell’Ambiente per riaprire i cantieri.

Dall’incontro sono emerse due importanti novità: non sarà richiesto il pagamento del pedaggio per andare all’ospedale di Verduno sia da Alba che da Cuneo, “perché sarebbe assurdo, dopo che si è aspettato l’ospedale 20 anni e l’autostrada 30, metterla a pagamento quando la si deve usare per andare a farsi curare”. Non verrà inoltre realizzata la discarica inizialmente prevista nel primo tratto perché superata dalle nuove progettazioni. “Siamo pronti ad ascoltare tutti - ha concluso il presidente Cirio parlando, al termine dell’incontro, con alcuni esponenti di associazioni ambientaliste della zona - ma non siamo disponibili a perdere neanche più un minuto”. Speriamo.

print_icon