INDUSTRIA & LAVORO

Ex Embraco, "basta proclami"

I lavoratori tornano in piazza e chiedono l'immediata convocazione di un tavolo al Mise. Bolognesi (Fiom): "La colpa è di Ventures ma anche di chi non ha controllato". Cinque indagati dalla Procura di Torino

Convocare immediatamente il tavolo sull’ex Embraco al Mise. Questa la richiesta portata, oggi, da sindacati e lavoratori al prefetto di Torino. I dipendenti dello stabilimento di Riva di Chieri sono nuovamente tornati in piazza oggi con una manifestazione davanti alla prefettura di Torino. Accanto alle preoccupazioni per la situazione economica anche la rabbia per le novità emerse dall'inchiesta giudiziaria sulla proprietà Ventures. “I lavoratori – ha detto Ugo Bolognesi della Fiom – erano mesi che denunciavano questa situazione. La colpa è della Ventures ma anche di chi non ha controllato. A questo punto serve un governo che faccia il governo, perché si rischia veramente di lasciare 407 famiglie senza lavoro”. “Era ora – ha aggiunto Cono Meluso della Uilm – che si mettesse fine a questa sceneggiata, questa situazione drammatica non avrebbe neanche dovuto iniziare. Abbiamo fiducia nella magistratura e speriamo faccia piena luce a 360 gradi”.

Accanto ai lavoratori in piazza anche i sindaci di Chieri, Alessandro Sicchiero, Riva di Chieri, Lodovico Gillio, e di Villanova d'Asti Christian Giordano, che più direttamente vivono sui loro territori le difficoltà dei lavoratori. “Siamo qui al fianco dei lavoratori, ancora una volta, a manifestare la nostra vicinanza - dice il sindaco di Chieri Sicchiero all’Agi – e amarezza ed imbarazzo per la responsabilità delle istituzioni. Se venisse confermato quanto sta emergendo dalle indagini, questo provoca ancora più rabbia, perché sarebbe bastato controllare a monte per evitare quanto è successo”. “Come città di Chieri – ha detto ancora – intendiamo appoggiare in ogni modo l'azione della magistratura per fare emergere la verità”.

Sulla questione la Procura di Torino ha aperto un’indagine iscritto nel registro degli indagati cinque persone: Gaetano Di Bari e i due figli Luigi e Alessandra, oltre al socio israeliano Ronen Goldstain e al consulente Carlo Noseda. Per la Ventures, il pm Marco Gianoglio – che sta procedendo per reati di bancarotta per distrazione – il 17 giugno ha anche depositato al tribunale una istanza di fallimento. I soldi che secondo gli investigatori sono stati spostati nei conti privati erano una parte di quei 12 milioni e 688 mila euro che Ventures, subentrando a Whirpool, ricevette da Embraco dopo l’accordo dell’11 luglio 2018, erogati tramite bonifici tra il luglio 2018 e il 2 dicembre 2019. Eppure, come annota la Guardia di finanza, “lo stabilimento di Riva di Chieri mai ha iniziato attività produttiva, il progetto industriale è rimasto sulla carta, non vi è stato il minimo investimento di capitale”. Circa tre di quei quasi 13 milioni sarebbero confluiti – è la tesi degli inquirenti – nelle tasche degli indagati: le tracce portano a conti correnti in Italia e all’estero e addirittura a cinque auto di lusso, Bmw e Audi del valore complessivo di 245 mila euro.

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