PALAZZO LASCARIS

Caccia e gioco d'azzardo, prove d'intesa in Regione

Cirio offre una tregua alle opposizioni e fa retromarcia sulle modifiche alla legge contro la ludopatia. Il M5s tiene duro sulle domeniche senza doppiette. Accordo vicino anche sulla commissione d'indagine Covid

Un avvicinamento c’è stato, decisivo l’intervento di Alberto Cirio, ma l’accordo ancora non è formalizzato tra il centrodestra e le opposizioni nel Consiglio regionale del Piemonte, dove prosegue la guerriglia a colpi di emendamenti ostruzionistici in attesa della pace. In mattinata il governatore ha (ri)proposto la sua mediazione per uscire dalla palude e approvare in tempi ragionevoli il collegato alla finanziaria: via le modifiche sul gioco d’azzardo che verranno incardinate in percorso di legge ad hoc, via pure l’emendamento che consente al direttore dell’Arpa di fornire prestazioni fuori orario retribuite, qualche apertura sulla caccia, che ha innescato una trattativa sul numero di specie da proteggere. Altra questione riguarda la commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid: il Pd aveva chiesto un organismo autonomo presieduto dall’opposizione, la Lega non è disposta ad andare oltre la sottocommissione in Quarta che tuttavia resterebbe sotto la loro giurisdizione, con la possibilità che il presidente Alessandro Stecco possa da un momento all’altro mettere il silenziatore. Cirio, pur rimanendo nel perimetro di questa seconda opzione, prova a fornire garanzie riguardo alla calendarizzazione delle sedute e ai margini di autonomia riservati all’opposizione nella gestione di questo organismo. Il capogruppo dem Raffaele Gallo ha manifestato apprezzamento per le aperture di Cirio, ma vatti a fidare dei suoi consiglieri chi hanno già cambiato idea tante volte sulla questione, rimangiandosi l’accordo in zona Cesarini.

Nell’aula virtuale l’ostruzionismo regge, la maggioranza procede a fatica. Intanto, nelle chat e negli incontri tra i capigruppo si continua a trattare. Di certo c’è che dopo oltre un anno il centrodestra si è accorto che senza instaurare un rapporto di convivenza con l’opposizione rischia di rimanere impantanato nelle sabbie mobili del parlamentino piemontese. Il regolamento del Consiglio offre molte cartucce alle opposizioni che possono godere anche di una buona esperienza sul campo rispetto ai tanti neofiti che albergano gli scranni della maggioranza. Tra coloro che restano persuasi della necessità di trovare un’intesa c’è proprio Cirio, che molti hanno descritto particolarmente nervoso dopo che la Lega, nell’ultimo week end, aveva disconosciuto il suo primo tentativo d’accordo.

Sia nell’una che nell’altra fazione ci si divide tra falchi e colombe, mentre i Cinquestelle – che più di tutti difendono le limitazioni dell’attuale legge sulla caccia – dovrebbero riuscire a salvare il merlo, il frullino, il combattente, il porciglione, la lepre variabile e la pavoncella, che nelle trattative consiliari dovrebbero rimanere protette. Ma non è abbastanza. I grillini (che pur in fase di contrazione non sono ancora in via di estinzione) hanno rilanciato chiedendo l’eliminazione del provvedimento che estende la caccia anche la domenica. E questo è uno degli scogli principali verso l’accordo con le doppiette del centrodestra.

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