ECONOMIA DOMESTICA

Allarme Coldiretti, esportazioni al palo

A maggio le vendite all'estero dal Piemonte sono calate del 3%. Pesa l'emergenza sanitaria in molti paesi importatori, a partire dagli Stati Uniti. Moncalvo: "Serve un robusto piano di promozione delle nostre eccellenze"

Calano a maggio le esportazioni di alimentari e bevande rispetto al mese precedente, registrando una contrazione del 3%, per effetto delle difficoltà che sta attraversando la ristorazione nei diversi continenti dove l’epidemia del Covid è in piena espansione, a partire dagli Stati Uniti, dove la flessione è quasi il triplo. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero a maggio. “In Italia tre aziende agroalimentari su quattro (74%) registrano un calo delle vendite all’estero per effetto di una pioggia di disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. A pesare è stata inizialmente la disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati, con addirittura la assurda richiesta di certificati “virus free” sui prodotti agroalimentari Made in Italy a cui si è aggiunta successivamente la drammatica crisi della ristorazione a livello globale che vede la cucina italiana protagonista in tutto il mondo”, sottolinea Coldiretti.

In Piemonte, nel primo trimestre del 2020 il valore delle esportazioni piemontesi di merci è stato pari a 10,8 miliardi di euro, evidenziando un calo del 5,8% rispetto al dato dello stesso periodo dell’anno scorso. Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue hanno registrato una flessione di intensità doppia (-8%) rispetto a quella evidenziata per l’area comunitaria. Al calo del 13,7% delle vendite verso gli Usa segue la flessione dell’11,7% registrata verso la Gran Bretagna. Molto pesante la battuta d’arresto sul mercato svizzero (-26,5%) e su quello cinese (-19,7%).

“Serve ora un robusto piano di promozione per sostenere le nostre eccellenze all’estero – sostengono Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale –. Per favorire l’internazionalizzazione occorre superare l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse puntando, in primo luogo, ad una regia nazionale attraverso un’agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo. In Piemonte a farne le spese è sicuramente il vino che erano fortemente richiesto all’estero, grazie ai suoi alti standard qualitativi e già particolarmente apprezzato negli Usa che ne assorbivano il 35%, facendo arrivare a raggiungere i 200 milioni di euro di esportazioni”.

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