RETROSCENA

Fuggi fuggi da Forza Italia,
in autunno il grande esodo

Da Cirio a quasi tutto il gruppo consiliare di Palazzo Lascaris, alla serqua di eletti nei Comuni. La transumanza azzurra verso i lidi meloniani è solo posticipata. E negare la realtà, come fa il coordinatore Zangrillo, è insensato e un tantino patetico

Dalle parti di Forza Italia, per dirla con Flaiano, la situazione è grave ma non seria. A tratti, addirittura, grottesca se davanti a un fuggi fuggi verso Fratelli d’Italia, che aspetta soltanto si muova in quella direzione il presidente della Regione per transumare prime, seconde e terze file degli azzurri piemontesi, Paolo Zangrillo, coordinatore regionale di un partito ormai con la consistenza di un soufflè afflosciato, reagisce negando la realtà. Muovendosi come il sottotenente Drogo in una Fortezza Bastiani, il fratello del medico personale di Silvio Berlusconi teorizza complotti, scorge congiure e macchinazioni.

Il deserto non è uno spettro per il partito del Cav, ma un destino ormai inevitabile. Dei contatti di Alberto Cirio con Fratelli d’Italia per cambiare casacca vestendo quella di Giorgia Meloni al posto del politicamente consunto e ristretto doppiopetto cavalleresco, abbiamo scritto nelle settimane scorse. E quei contatti non hanno fallito, ma soltanto rinviato il loro scopo finale dovendo attendere le elezioni regionali di settembre, anzitutto per evitaredi complicare ulteriormente i rapporti tra alleati. E, semmai, sarà proprio Cirio a fare da apripista ad altri esponenti di Forza Italia pronti a diventare Fratelli, non il contrario. È dunque vero che il consigliere regionale azzurro Carlo Riva Vercellotti, come egli stesso assicura in una nota, non esce dal suo partito per approdare ai lidi sovranisti. Certamente non ora. E se non ora, quando? Molto probabilmente quando sarà il momento per Cirio di fare il passo, spostandosi a destra.

Che l’ex presidente della Provincia di Vercelli fosse uno dei più pronti a trasferirsi insieme al governatore è cosa nota negli ambienti della politica, così come si dava addirittura per già transitato in FdI l’avatar parlamentare di Cirio e suo conterraneo, il fedelissimo Marco Perosino del quale a Cuneo raccontano di una frenata con stridìo di gomme imposta per non anticipare il suo nume tutelare. Altro che partito solido, altro che episodi rari e circoscritti a casi personali o episodi locali, come spiega Zangrillo minimizzando la transumanza alla nostaglia canaglia di quattro ex aennini rimasti orfani del Pdl e ora attratti dall’aria di casa meloniana. A Montecitorio, come possono testimoniare Andrea Delmastro e Monica Ciaburro, mezza delegazione parlamentare è da mesi impegnata in trattative, mentre a livello locale i passaggi di eletti avvengono ormai quotidianamente al punto che in piccole e grandi città Forza Italia è ormai in via di estinzione.

Con lo stesso sprezzo del ridicolo con cui “Zangrullo”, come perfidamente è soprannominato dopo lo svarione di un quotidiano torinese che ne sbagliò il nome, nega che il suo partito sia marginale e in via di disgregazione, Guido Crosetto, il Caronte delle anime perse berlusconiane, presenza costante dei talk e prolifico di tweet, dice “Non mi occupo più di politica, tantomeno di quella regionale”. Da ridere a crepapelle.

Situazione grave ma, appunto, non seria. Quanto grave lo scopriranno, i berluscones superstiti, quando in autunno o giù di lì, succederà quel che ovviamente adesso i diretti interessati negano. C’è chi, nomi e numeri alla mano, prevede addirittura che dell’attuale gruppo di Palazzo Lascaris si potrebbero perdere le tracce, essendo ben visibili quelle che portano alla casa dei Fratelli. Forse potrebbe restare il solo Andrea Tronzano, ma il resto farebbe ala al presidente nel suo migrare. Tant’è che le manovre, che ci sono state e non sono finite tra le cose perdute, sono state orchestrate e gestite ben sopra le teste piemontesi dei Fratelli, eccetto quella lucida dell’ex sottosegretario alla Difesa.

Poco importa che, come ha smentito il gigante di Marene, egli non sia mai andato a cena con Riva Vercellotti e non lo incontri “da almeno 7 o 8 anni”, così come nel turbillon delle notizie se ne intreccino di nuove a vecchie, il tema vero è quello di una campagna acquisti del partito della Meloni e più ancora di un’aria da corsa ai saldi di fine stagione (quella di Forza Italia). E che sia un vento gelido, come quello che accompagna la bufera, a far dire a Zangrillo che esponenti di FdI alla ricerca di visibilità hanno attaccato Cirio durante il lockdown, non ci vuol molto a comprenderlo. Non di più ci vorrebbe a capire che non è negandoli il modo per risolvere i problemi. Sempre che quelli di Forza Italia siano ancora risolvibili.

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