RETROSCENA

Cirio prepara "Forza Piemonte"

È il piano suggerito dalla Lega al governatore: raccogliere i berlusconiani in rotta in una formazione personale. Un modo per far decantare le tensioni e, soprattutto, evitare di regalare il presidente alla Meloni. Il prototipo di Forza Novara

Si farà prima a vedere quanti restano che a contare quanti se ne vanno. La frase che disegna il futuro prossimo venturo di Forza Italia, o meglio di quel che ne resterà dopo le regionali di settembre, ormai circola senza ipocrisia tra gli azzurri dove le valigie per il viaggio verso altri lidi, soprattutto Fratelli d’Italia, sono sull’uscio di una casa piena di crepe che dopo il voto di settembre potrebbe crollare.

Da un po’, non è un mistero, tra chi vive con crescente difficoltà lo stare in una forza politica sempre meno in grado di reggere alle spinte centrifughe al suo interno c’è Alberto Cirio. De suoi contatti ai massimi livelli con Fratelli d’Italia si è detto nelle settimane scorse, della frenata di un passaggio che pareva imminente pure. Ma questo non significa affatto, per il presidente della Regione, l’aver risolto i suoi problemi, a partire dalla difficoltà a “tenere i suoi”, insomma a cementare quel che invece si sgretola.

Osservatrice partecipe e nient’affatto disinteressata dei travagli cirieschi una Lega che aveva fatto suonare tutti i campanelli d’allarme e lanciato chiari messaggi quando il passaggio del presidente al partito della Meloni si stava facendo una cosa imminente, oltre che concreta. Regalare la presidenza di una Regione del Nord ai Fratelli non era questione solo del partito di Silvio Berlusconi, ma anche (e forse ancor più) di quello di Matteo Salvini. Tant’è che il dossier Cirio è da tempo all’attenzione del Capitano che certo preferisce il presidente intruppato in Forza Italia piuttosto che passato al nemico interno della coalizione. Questo, insieme all'esigenza di rinviare in là nel tempo ogni decisione, motiva il generoso interessamento della Lega alla mitigazione dei dolori del giovane Cirio. Innanzitutto per evitare che si arrivi al valzer con Giorgia pronto a tramutarsi in un ballo con la scopa per la principale forza della coalizione e poi perché aiutare il governatore nel tentativo di evitare o arginare la transumanza azzurra verso i Fratelli conviene eccome al partito guidato in Piemonte da Riccardo Molinari.

Si comprende, dunque, perché non solo la Lega non ponga ostacoli, ma addirittura in qualche modo caldeggi l’idea, cui Cirio sta lavorando da qualche settimana, di un contenitore politico che abbia come riferimento lo stesso governatore e con un perimetro regionale. Se si chiamerà Forza Piemonte o in altro modo è ancora presto per dirlo e non è questo il punto principale. Di sicuro il modello al quale guarda il presidente e del quale ha parlato con esponenti di rilievo della Lega è quello di Forza Novara, il soggetto politico che nel 2016 nato dalla scissione di una parte degli azzurri contrari alle decisione del partito di appoggiare Daniele Andretta alla candidatura a sindaco, sostenne l’attuale primo cittadino, il leghista Alessandro Canelli. Pochi giorni fa Forza Novara ha annunciato la creazione del gruppo in seno alla Provincia dove due consiglieri Marzia Vicenzi e Andrea Crivelli hanno annunciato di fatto la sparizione di Forza Italia da Palazzo Natta e, appunto, la costituzione del gruppo. La costola staccatasi dal partito di Berlusconi con l’attuale capogruppo a Palazzo Cabrino Valter Mattiuz piace a Cirio il quale ne ha parlato nei giorni scorsi con lo stesso Canelli in un colloquio dove Forza Italia non sarebbe stata neppure nominata.

La necessità, sempre più impellente, di frenare fughe verso FdI troverebbe almeno una parziale risposta in una sorta di partito del presidente (anche se la parola partito è eccessiva e tutto potrebbe più concretamente avviarsi come un’associazione o qualche cosa del genere). Senza ambizioni al di fuori dei confini della regione e senza proiezioni parlamentari, tant’è che nel progetto verrebbero esclusi ingressi di deputati e senatori proprio per evitare conseguenze non volute, né gestibili, costruendo il contenitore su misura per gli amministratori locali che poi sono il bacino più in fermento e pronto a formare immissari verso la Meloni.

Tutto ciò non escluderebbe l’ipotesi di quel passaggio di Cirio e di chi tra i suoi era addirittura pronto a precederlo, come il suo avatar parlamentare Marco Perosino, tra i Fratelli. Forza Piemonte, o come si chiamerà, sicuramente spingerebbe più avanti una transumanza che oggi preoccupa il governatore e non di meno allarma la Lega e per questo non disinteressatamente pronta a salvare il comandante Alberto da diserzioni nella sua truppa.

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