Bancarotta azienda prototipi auto: sequestro da 2,4 milioni

La Guardia di finanza di Torino, su delega della locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a un'ordinanza del Tribunale del capoluogo piemontese - Sezione del Riesame che ha disposto nei confronti di due indagati, rispettivamente, gli arresti domiciliari e l'interdizione per sei mesi dall'esercizio di attività d'impresa nonché il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili per un valore complessivo di 2,4 milioni di euro. Il provvedimento consegue un'articolata vicenda giudiziaria che ha registrato anche il pronunciamento, in sede cautelare, della Corte di Cassazione. Le indagini, svolte dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Torino, hanno tratto origine dal fallimento, dichiarato nel novembre 2020, di una storica azienda della provincia torinese - la "Vercar model" di Beinasco – attiva nel settore della progettazione e realizzazione di prototipi di veicoli sportivi. Gli investigatori, attraverso accurati accertamenti contabili, documentali e finanziari, hanno ricostruito «l'occultamento di ingenti somme di denaro contante e beni di valore (orologi e preziosi), frutto di una strutturata pianificazione operata dal titolare della società fallita e dai suoi familiari, con la complicità di due consulenti/professionisti, finalizzata a 'svuotare' progressivamente il patrimonio dell'impresa che versava in stato di difficoltà». Gli stessi soggetti hanno cercato, inoltre, di trasferire fraudolentemente il loro business principale a una società neo-costituita, di fatto gestita sempre dall'indagato principale.
 
Nel corso delle indagini, allo scopo di evitarne la possibile dispersione all'estero, i militari hanno anche sottoposto a sequestro un particolare prototipo di SUV, ideato e prodotto dall'impresa fallita per il mercato arabo/cinese con materiali e finiture di altissimo pregio, dal valore commerciale stimato dalla stampa specializzata in circa 3 milioni di euro. L'automezzo è stato poi messo dall'Autorità Giudiziaria a disposizione del curatore fallimentare, per consentirne la vendita. A chiusura dell'operazione sono risultate 12 le persone complessivamente denunciate in quanto ritenute responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
 

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