PALAZZO LASCARIS

La Regione non dà le carte, Commissione Covid al palo

Da un mese l'organismo di indagine aspetta la documentazione, soprattutto quella dell'Unità di crisi. Ma (quasi tutti) gli assessori fanno orecchie da mercante. Il coordinatore Valle (Pd): "Senza gli atti impossibile lavorare". Lunedì audizione del direttore Aimar

Parte in salita e con il serbatoio vuoto la commissione di indagine sulla gestione dell’emergenza Coronavirus. Formalmente insediato lo scorso 27 luglio, il gruppo di lavoro coordinato dal consigliere del Pd Daniele Valle dopo un mese è ancora senza materiale su cui lavorare. Le richieste degli atti – delibere, determine dirigenziali, ma soprattutto la cospicua documentazione prodotta dall’Unità di Crisi – avanzate ai vari assessori, eccetto un caso, sono rimaste lettera morta. È pur vero che molti uffici sono ancora in smart working, ma non basta certo questo a giustificare tre o quattro settimane in cui non si è riusciti a far arrivare all’organismo che opera, sia pure autonomamente, all’interno della commissione Sanità di Palazzo Lascaris, tutto ciò senza il quale il gruppo di lavoro non può che girarsi i pollici.

Intoppi burocratici, scarsa attenzione degli assessori o, peggio, volontà di frenare il lavoro di indagine, giacché non si può parlare di inchiesta visto che proprio su questa differenza lessicale, ma anche sostanziale, si era perso altro tempo per avviare quella che le minoranze avrebbero voluto una commissione con poteri di accertamento su tutti gli atti e che, per resistenza da parte della maggioranza, poi si è “ridotta” a un organismo di indagine conoscitiva. Ma anche solo per conoscere quel che è accaduto, bisogna avere i documenti, che ad oggi non sono arrivati, se si eccettuano quelli forniti dall’assessore al Welfare Chiara Caucino. Il corposo dossier della Sanità pare sia in arrivo lunedì, quando la commissione si riunirà avviando l’agenda con l’audizione del direttore regionale Fabio Aimar per ricostruire, così come richiesto dall’assessore Luigi Icardi, il quadro normativo all’interno del quale si è affrontata l’emergenza.

Decreti del Governo, ordinanze della Regione e altre disposizioni in base alle quali, spesso districandosi tra gli uni e le altre, la macchina dell’emergenza si è mossa all’insorgere e all’esplodere della pandemia facendo del Piemonte una delle regioni più colpite. Quello di verificare lo stato della sanità e delle norme che la regolano al momento in cui si è dovuta affrontare una situazione senza precedenti è un punto sul quale la maggioranza e in particolare Icardi hanno posto l’accento fin da quando si è prospettata la costituzione di un organismo di indagine.

Molte altre audizioni, anche di figure esterne all’apparato regionale, riempiranno per i mesi a venire il calendario del gruppo di lavoro, il cui tavolo resta però ancora inspiegabilmente vuoto di quei documenti che devono essere forniti dagli stessi uffici della Regione. Anche se non ci fosse la posta elettronica non ci sarebbe, comunque, da fare troppa strada. Invece, come denuncia il coordinatore Valle “a fronte delle richieste avanzate tra la fine di luglio e i primi di agosto e poi reiterate, non abbiamo ancora visto nulla, eccetto il materiale fornito dall’assessore Caucino per quanto riguarda le Rsa per le materie di sua competenza”. Il consigliere del Pd ricorda come ciò che ancora si attende sia “una documentazione senza la quale è impossibile svolgere il compito che il Consiglio regionale ci ha assegnato”.

Mancano, tra le tante cose, “tutti gli atti relativi all’azione dell’Unità di Crisi”, ovvero l’organismo costituito per affrontare l’emergenza che è stato segnato da iniziative non di rado oggetto di critiche e perplessità, da cambi in corsa del suo vertice passando dall’uscita di scena di Mario Raviolo sostituito da Vincenzo Coccolo, così come da disposizioni impartite alle Asl sulle quali si intende fare chiarezza e comprendere dove e perché eventualmente ci sono stati errori o carenze.

“Abbiamo chiesto a tutti gli assessori coinvolti nell’emergenza l’elenco di tutte le loro delibere e determine – ricorda Valle – E, ovviamente, abbiamo subito chiesto tutti gli atti dell’Unità di Crisi, che ricade in gran parte sulla Protezione Civile in capo a Marco Gabusi. Se per determine e delibere la mancata presentazione può essere superata con un lavoro di ricerca, visto che sono atti pubblici, assai più importante è proprio avere la documentazione relativa all’organismo che ha gestito l’emergenza”.

Comunicazioni inviate alle Asl sull’uso dei dispositivi di protezione, approvvigionamenti di attrezzature, disposizioni impartite alle Rsa, gestione dei procedimenti legati ai tamponi che in piena emergenza hanno mostrato più di una falla con ritardi, smarrimenti di email e altre disfunzioni di una macchina sanitaria che aveva il suo centro di comando e controllo in corso Marche. Questo e molto altro deve essere passato al vaglio del gruppo di lavoro, “che – come ribadisce Valle - senza quel materiale non può lavorare”.

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