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Centro estero ancora senza testa, fumata nera al vertice del Vintage 

Regione, Confindustria e Unioncamere non trovano l'accordo sul successore di Antonioli al Ceip. "La designazione spetta a noi", intimano i privati ma faticano a trovare un nome dopo la rinuncia della Mattioli. L'assessore Ricca tenta di scompaginare con Peirone

Anche l’ultimo pranzo al Vintage è andato di traverso all’assessore Fabrizio Ricca che ha dovuto prendere atto dell’ennesimo buco nell’acqua sul futuro del Ceip, il Centro per l’internazionalizzazione del Piemonte che dal giugno scorso, quando si sono dimessi Pierpaolo Antonioli e la consigliera Anna Chiara Invernizzi è senza testa e nessuna prospettiva. Attovagliati nel noto ristorante di piazza Solferino, il presidente della Confindustria regionale Marco Gay, i vertici di Camera di Commercio di Torino e Unioncamere Dario Gallina e Gian Paolo Coscia, e il già citato Ricca non sono andati oltre la certificazione di una impasse difficile da superare. La rinuncia definitiva a guidare l’ente da parte di Licia Mattioli ha colto tutti di sorpresa e a una settimana dall’assemblea del prossimo 15 settembre, i soci non sanno ancora chi indicare come nuovo vertice.

In assenza di una nomina lo statuto prevede che sia il revisore a gestire l’ordinaria amministrazione ma l’auspicio di tutti è che non si arrivi a quel punto. Il buon Ricca continua a predicare che “prima di un nome servono progetti” ma la sensazione è che Regione e soci privati non abbiano né l’uno né l’altro. “Il problema – dice Ricca allo Spiffero – è che bisogna capire cosa vogliamo fare del Ceip che nel 2019 ha gestito qualcosa come 10 milioni di euro, mentre la stessa società catalana può contare su un giro d’affari di 1 miliardo”.

Indiscrezioni dei giorni scorsi vedevano come possibile candidata alla successione di Antonioli la numero uno dei Giovani imprenditori piemontesi, Giorgia Garola. Lei però sembra uscita dal novero dei pretendenti. Chi un profilo l’ha indicato è stato proprio Ricca, che ha messo sul piatto il nome di Dario Peirone, docente alla facoltà di Giurisprudenza di Torino, già amministratore delegato della JStone, società controllata dalla Fondazione Crt. Una mossa che ha irrigidito i suoi interlocutori che “per prassi” vorrebbero essere loro a dare le carte ma al momento non hanno assi nella manica. La sensazione è che Peirone entrerà comunque nel board, probabilmente da vicepresidente, in attesa che industriali e sistema camerale si mettano d’accordo.

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