RELAZIONI SINDACALI

Rottura tra Cirio e sindacati del personale

Prosegue il braccio di ferro in Regione Piemonte dopo gli ultimi atti che richiamano i dipendenti in ufficio. Nel mirino il direttore Frascisco e l'avversione della Giunta per lo smart working. Serra (Csa): "Il governatore ci ascolti"

È rottura tra i sindacati e la Regione Piemonte. Al centro della querelle resta la gestione del lavoro agile da casa e le ultime disposizioni che impongono, di fatto, una progressiva ripresa in presenza. Ieri i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Csa si sono presentati al tavolo cui erano stati convocati da Alberto Cirio e vi hanno trovato l’assessore al Personale Marco Gabusi e il direttore Paolo Frascisco. L’esito dell’incontro “è risultato insoddisfacente” comunicano i sindacati, segnando il minimo storico registrato nelle relazioni con l’amministrazione. Parlano di “piena incomunicabilità delle parti”, evidenziano “la mancanza di sensibilità e attenzione al personale della Giunta” e tornano a chiedere un confronto con il governatore.

La questione centrale resta la gestione del lavoro, soprattutto adesso che i contagi sono tornati a fare paura. In una recente circolare Frascisco ha indicato in almeno dieci giorni al mese (corrispondenti alla metà dei giorni di lavoro) il tempo da trascorrere in presenza per ogni dipendente. Discorso diverso per direttori, dirigenti e posizioni organizzative, la cui attività “di norma” si svolge “in presenza, al fine di garantire l’ottimale presidio  delle  funzioni  di  coordinamento e di indirizzo”. Come ammesso dagli stessi vertici politici di piazza Castello, il ritorno in ufficio è determinato anche dalla volontà di Cirio di sostenere il piccolo commercio del centro: bar e ristoranti che vivono anche delle consumazioni dei dipendenti pubblici. “Dice che lo ha promesso ad Ascom e a Confesercenti” si lamenta Luigi Serra del Csa, secondo cui la Regione “non sta tenendo conto della necessità di implementare, come da direttive ministeriali, l’efficacia e l’efficienza dei dipendenti”.

I rapporti hanno iniziato a deteriorarsi quando da piazza Castello è stato inviato al ministero della Pubblica amministrazione un questionario in cui i dirigenti davano un giudizio pessimo riguardo la resa dei dipendenti nel lavoro da casa, “peccato – prosegue Serra – che tutti i dirigenti e direttori da me interpellati escludono di essere stati coinvolti. Mi chiedo chi abbia risposto a quelle domande, dando giudizi così negativi”. Sulla questione, da alcune settimane, i sindacati chiedono un’audizione in prima commissione. 

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