EMERGENZA SANITARIA

Torna la paura nelle Rsa:
300 contagi in un giorno

Focolaio alla Divina Provvidenza di Novara dove sono già 80 i casi positivi. L'appello degli operatori: "Non fateci morire". La Regione Piemonte corre ai ripari e distribuisce 54mila test rapidi

Torna l’incubo Rsa con la seconda ondata di Covid-19. In queste ore è scattato l’allarme in due case di riposo di Novara. Alla Divina Provvidenza, che tra marzo e aprile era rimasta indenne, 80 ospiti su 200 sono risultati positivi al virus. A Meina, nella Rsa Ratti, i contagiati sono 31 su 50. E anche altre case di riposo incominciano a contare gli infetti. All’inizio dell’anno furono proprio le Rsa i principali focolai in cui il Coronavirus, portato all’interno dal personale e dai visitatori, contagiò gli ospiti mietendo centinaia di vittime. Ora ci risiamo.

Una situazione che ha portato una decina di responsabili di Rsa del Piemonte orientale a scrivere una lettera ai rispettivi Prefetti e direttori generali delle Asl per lanciare un grido d’allarme – Per non morire è il titolo della missiva – e una richiesta di aiuto. Nella lettera vengono indicate una serie di misure che bisognerebbe adottare, appunto, per non far morire le Rsa. Si parla di risposte rapide (“Entro 24 ore”) dei tamponi effettuati; di reperimento di personale, vista la carenza che si registra; e del collocamento degli ospiti positivi in strutture idonee (“da individuare in ogni zona”) per non trasformare le case di riposo in ospedali; di avere a disposizione i farmaci, quelli di fascia H, ora disponibili solo per gli ospedali.

Nelle ultime ventiquattro ore sono stati 293 i contagiati nelle Rsa piemontesi secondo i dati trasmessi dal bollettino regionale, il triplo rispetto ai circa cento dei due giorni precedenti. E il numero è destinato a incrementarsi viste le difficoltà in molte strutture a individuare e isolare prontamente gli ospiti positivi.

Tra le criticità sollevate da alcuni dipendenti c’è quella legata all’esito dei tamponi. Una lavoratrice di Torino racconta: “Facciamo i test ogni due settimane, io l’ho fatto martedì ma a distanza di quattro giorni ancora non ho i risultati”. Intanto, in assenza di controindicazioni, lei ha continuato a lavorare. Per ovviare a questo problema, la Regione sta consegnando proprio in queste ore la prima dotazione di test rapidi oltre che nei pronto soccorso anche nelle Rsa, consentendo così a operatori e ospiti di avere l’esito in 15 minuti e procedere tempestivamente all’isolamento dei casi positivi. La prima fornitura comprende 54mila test distribuiti nelle quasi 800 strutture piemontesi (sia residenze socio assistenziali sia quelle per anziani). “È previsto uno screening ogni due settimane” fanno sapere da piazza Castello.