TRAVAGLIO DEMOCRATICO

Primarie Pd a rischio lockdown

Il partito nazionale sospende tutte le attività in presenza dei suoi iscritti. Primo effetto in Piemonte il congelamento del congresso di Alessandria. Ma anche le consultazioni di Torino ora traballano

Congressi e dibattiti, riunioni e incontri informali, ma soprattutto le primarie: tutto “sospeso”, “congelato”. Lo prevede una circolare inviata ai segretari regionali del Pd dal responsabile Organizzazione del partito Stefano Vaccari. Una sospensione stabilita a seguito del Dpcm di domenica scorsa e legata, naturalmente, all’emergenza sanitaria in corso. Il provvedimento è valido fino al 26 novembre e quindi, almeno formalmente, dovrebbe solo sfiorare le primarie di Torino, dove il termine per la formalizzazione delle candidature è il 30 novembre e dall’1 dicembre i candidati possono iniziare a raccogliere le firme. Ma il segnale è chiaro e suona come un tetro campanello d’allarme, soprattutto per i sostenitori dello strumento per l’individuazione del prossimo candidato a sindaco del centrosinistra.

Il responsabile organizzativo della Federazione del Pd di Torino Saverio Mazza fa sapere di aver “chiesto a Vaccari una interpretazione specifica sulla realtà torinese, dato che le primarie previste dalla coalizione di centrosinistra per il 6 e il 7 febbraio prossimo, sono ancora in una fase istruttoria e la raccolta delle sottoscrizioni utili per la presentazione delle candidature, si svolgerebbe dall’1 dicembre, dunque oltre la vigenza del dpcm oggetto della nota del Nazionale”. La curva dei contagi è imprevedibile, ma pare comunque difficile una normalizzazione prima di Natale.

Intanto, però, un effetto immediato di questa decisione è sul congresso in corso ad Alessandria, dove erano già state raccolte le firme per un candidato unitario nella persona di Giordano Otello Mavilli, attualmente segretario di Novi Ligure. La sua elezione è sospesa fino a data da destinarsi.

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