EMERGENZA SOCIALE

Torino torna in piazza contro il Dpcm

Mentre davanti alla prefettura i lavoratori dello spettacolo richiamano l'attenzione su uno dei settori colpiti dalle restrizioni, in rete circola la convocazione di una nuova manifestazione per domenica. Sale l'allerta dopo la guerriglia di lunedì scorso

Prosegue la mobilitazione contro le restrizioni imposte a molte attività dall’ultimo Dpcm del premier Giuseppe Conte. Da alcune ore gira sui social un appello a ritrovarsi domenica alle 18 in piazza Vittorio. Lo stesso luogo di lunedì sera, quando mentre in piazza Castello si scatenava la guerriglia, commercianti, ristoratori e dipendendi di esercezi pubblici protestavano in modo pacifico con il coprifuoco e la riduzione degli orari. “Dopo il Dpcm vogliono un nuovo lockdown. Torino non molla, torna in piazza”, si legge nel volantino. Non è chiaro al momento chi siano i promotori dell’iniziativa: l’invito è pubblicato sulla pagina facebook “Rilanciare la Circoscrizione 1 – Basta Degrado” e subito è stato rilanciato e condiviso.

Lo stato di agitazione di molte categorie, insomma, prosegue. Mercoledì i ristoratori torinesi si sono ritrovati in piazza Carignano, apparecchiato tavola sul lastricato, per ribadire la propria preoccupazione per le chiusure anticipate che rischiano di tenere definitivamente abbassate molte saracinesche, anche dopo questa seconda ondata: “Non ce la faremo a riaprire” è stato l’allarme lanciato da molti di loro.

Intanto, anche il mondo della cultura sta facendo sentire la propria voce. È cominciata cantando l’Inno d’Italia la manifestazione “L'assenza spettacolare” organizzata da Cgil, Cisl e Uil in piazza Castello a Torino. Qui i lavoratori dello spettacolo – attori, musicisti, i tecnici, rappresentanti del mondo della danza, del circo, del teatro Regio, del teatro Stabile – si sono ritrovati per contestare le ultime chiusure decise dal governo. Tanti i cartelli e gli striscioni: “Presidente non lasciamo che la culla dell’arte ne diventi la tomba”, o ancora “Io sono un lavorattore”, “Caro governo il circo è riconosciuto solo per pagare le tasse”. “Siamo in piazza – dice Alessandro Pagliero della Slc Cgil – perché il mondo dello spettacolo sta morendo. Lo spettacolo non può essere sostituito dal digitale perché la sua essenza è il pubblico”. “Ci sono decine di migliaia di persone che rappresentano questo mondo in Piemonte – ha aggiunto – e che in questi mesi stanno perdendo tutto. È un mondo fragile che si sta sgretolando”. Sono un migliaio i manifestanti. Molti i lavoratori dei luna park e dei circhi. “Il luna park è un’impresa, pretendiamo un aiuto” sostengono i rappresentanti dell’Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti. “Vorremmo tornare a fare il nostro lavoro – sostiene Caterina Pignasco, rappresentante dei lavorati del Teatro Regio – non chiediamo nulla di più. Rispettiamo tutte le regole eppure veniamo nuovamente fermati”.

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