CORONAVIRUS & POLITICA

Non più (solo) Icardi, l'opposizione ora "sfiducia" Cirio

Il rinvio delle sedute d'aula lascia in sospeso la mozione contro l'assessore, ma per le minoranze è diventato il governatore il nuovo bersaglio. "Ora basta alibi e annunci, la situazione è grave"

Il presidente della Regione, ormai, non ha più lo scudo del suo assessore. L’aver di fatto avocato a sé la gestione dell’emergenza sanitaria pone Alberto Cirio nella posizione che fino a non molto tempo fa era pressoché esclusiva di Luigi Icardi. Le opposizioni questo lo hanno già fatto capire in maniera molto chiara e da qui in avanti non faranno più sconti al governatore, “Presidente Cirio stiamo perdendo fiducia in lei e nelle sue capacità di gestione della nostra regione, e con noi la stanno perdendo centinaia di migliaia di piemontesi”, hanno messo nero su bianco i cinque capigruppo delle forze di minoranze in una nota congiunta.

Inevitabile che ciò avvenisse, dacché lo stesso governatore ha deciso di “prendere in mano la situazione”, come ha più volte detto. E il viaggio di nozze del suo assessore ha offerto il destro a Cirio per un commissariamento de facto della macchina emergenziale. Da quel momento non c’è stata riunione e vertice in cui il governatore non abbia segnato con la sua presenza un cambio di passo che non c’era stato la primavera scorsa. Anche allora Cirio era in Unità di Crisi nei momenti importanti, seguiva le complicate questioni di cambi al vertice della stessa, ma stava sempre uno e talvolta due passi di lato, in quella posizione propria del governatore e non di tutoraggio stretto del suo assessore.

Nel mezzo c’è stata la fortissima tensione tra i due, con il presidente che pareva (ed era) pronto a giubilare Icardi, poi stoppato dalla Lega scesa con modi a dir poco opinabili in campo per difendere il suo uomo al vertice della Sanità, pur essendoci all’interno di quel partito più d’uno al quale Icardi in corso Regina non vada per niente giù, come conferma la recente riunione del gruppo in Regione e i distinguo imbarazzati in alcune interviste di qualche esponente salviniano (da Alessandro Stecco a Riccardo Lanzo).

Di fronte al quadro drammatico di un Piemonte zona rossa con la mole esorbitante di ricoveri che rischiano di portare entrino pochi giorni gli ospedali a non poter più accogliere pazienti Covid, Pd e M5s hanno avuto buon gioco nell’attaccare il presidente. La stessa pasticciata vicenda della disposizione in base alla quale i medici avrebbero dovuto sostituire gli infermieri mancanti non ha potuto che vedere ricondurre la responsabilità (perlomeno politica) al governatore ormai più nella sede del Dirmei che in quella istituzionale di piazza Castello. Per non dire della serie interminabile di annunci di problemi risolti, dai test rapidi ai vaccini, sistematicamente smentiti dai fatti. Un presidente in “stato di confusione”, hanno sentenziato le opposizioni puntando il dito su una catena di comando che tutto si mostra fuorché chiara, con un comandante in capo – il governatore – che pur con la comprensibile buona intenzione di sussidiare carenze e sostituire ruoli che dovrebbe invece governare, risulta l’ennesimo motivo per le minoranze di chiedere conto di quel che ancora non funziona nella gestione (e nella doverosa previsione) dell’emergenza.

M5s e Pd, alleati a Roma, non hanno difficoltà, e comunque meno di prima, nel non risparmiare alcun attacco al governatore, deviando il tiro rispetto a quello contro l’assessore leghista, pur non manlevandolo, chiedendo conto direttamente a lui della situazione in cui versa il Piemonte e su come la si stia affrontando. La stessa mozione di sfiducia nei confronti di Icardi presentata dai grillini e per ora rinviata grazie al rinvio delle sedute di Palazzo Lascaris, finisce per perdere molto del suo peso. Il Pd era già restio a votarla per non portare acqua ai mulino altrui, adesso quell’atto politico, senza alcuna possibilità di traduzione concreta, sembra perdere gran parte della sua forza (e utilità). In fondo, allo stato attuale, Icardi è persino il bersaglio minore. Quello grosso se lo è disegnato sulla schiena Cirio.

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