TRAVAGLI DEMOCRATICI

Nel Pd si attende Lavolta

L'ex assessore di Fassino "per amore di partito" sospende la raccolta firme per le primarie. Per ora resta in campo, ma nell'appello a "una generazione che è cresciuta e vuole spazio" si fa largo l'ipotesi di un patto dei quarantenni. "Con Lo Russo ci siamo sempre parlati"

Dopo la fuga in avanti tira il freno a mano Enzo Lavolta e annuncia lo stop alla raccolta delle sottoscrizioni lanciata ieri suoi profili social in vista di eventuali primarie di Torino. “Per amore della comunità del Pd sospendo la raccolta firme a sostegno della mia candidatura sulla piattaforma online che metto a disposizione del partito e della coalizione qualora si decidesse di usarla per le primarie”. Un modo per ricucire lo strappo che aveva portato ieri l’ex assessore all’Ambiente a scontrarsi con il segretario del Pd torinese Mimmo Carretta per una iniziativa giudicata improvvida, essendo il percorso per le consultazioni ai gazebo attualmente sospeso. Si ferma ma non arretra Lavolta, in attesa di capire come evolve uno scenario in rapido mutamento: “Vorrei che questo gesto venisse interpretato come un atto ulteriore per stimolare il coinvolgimento che la città di Torino pretende” e per questo chiede che “il Pd convochi la commissione di garanzia per le primarie, come avrebbe dovuto fare, e non alimenti lo scontro interno”. Intanto però anche lui, come le primarie, si è momentaneamente congelato e si guarda attorno.

Sulle consultazioni di coalizione il partito resta diviso: sono state il collante di uno schieramento che il Pd è riuscito a coinvolgere a livello locale, con grande sforzo del segretario Carretta che ora vuole esserne il garante. Una tesi ribadita anche dal senatore Mauro Laus durante l’incontro informale con gli altri parlamentari che si è svolto ieri alla Camera. Per quasi tutti gli altri, pur con sfumature diverse, se si potessero evitare sarebbe un problema in meno oltreché un segnale di unità. Insomma, se si trovasse una convergenza ampia su un nome i gazebo potrebbero rimanere nei magazzini. E il quadro, va detto, si sta semplificando parecchio, nonostante resti in campo il radicale Igor Boni che oggi ha ribadito in conferenza stampa, accanto alla madamin Sì Tav Giovanna Giordano Peretti, ha ribadito di volersela giocare.

Con il niet di Andrea Giorgis e prima ancora quello del rettore Guido Saracco, però, la candidatura più forte in campo in questo momento sembra essere quella di Stefano Lo Russo, docente del Politecnico e capogruppo Pd in Consiglio comunale, da dove in questo lustro d’opposizione ha battagliato quotidianamente con Chiara Appendino. “Io e Lo Russo non abbiamo mai smesso di parlarci - dice Lavolta - e non posso non riconoscergli la competenza e la serietà, dimostrate anche in questi cinque anni in Sala Rossa. Mi piacerebbe sfidarlo alle primarie”. Ma si faranno?

C’è chi parla di un avvicinamento tra i due, chi invoca un patto generazionale: in fondo i maggiorenti dell’ala sinistra del partito, di cui Lavolta fa parte, lo hanno lasciato solo puntando prima su Saracco e poi su Giorgis. Ora c’è chi maligna che gli orfani sono loro: “C’è una generazione che in questi anni è cresciuta e rivendica uno spazio. Finora ci è mancato un po’ di coraggio ed è anche questo il motivo della mia provocazione sulla raccolta delle firme, un modo per dire diamoci da fare”. Cosa succederà nei prossimi giorni è ancora difficile da dire.

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