OCCUPAZIONE & LAVORO

Anno maledetto, persi 32mila posti di lavoro

Nell'area metropolitana di Torino la crisi del 2020 si è già fatta sentire sull'occupazione. L'allarme di Cgil, Cisl e Uil: "Nessun settore è immune. Serve un nuovo progetto di territorio sfruttando le risorse che arriveranno dall'Ue"

In questo 2020 maledetto, 32mila persone hanno già perso il lavoro nell’area metropolitana di Torino, dove le ore autorizzate di cassa integrazione sono cresciute di oltre il 200 per cento rispetto al 2010, l'anno con la più alta richiesta di ammortizzatori sociali. Sono in maggioranza precari cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro. E il peggio potrebbe arrivare a marzo 2021, quando cesserà il divieto dei licenziamenti imposto dal Governo e migliaia di altri lavoratori potrebbero ritrovarsi senza occupazione. Oggi nessun settore produttivo è immune e le situazioni di crisi aperte nella nostra regione coinvolgono circa 4mila lavoratori, per lo più dell’area torinese.

A lanciare l’allarme Cgil, Cisl e Uil che, in una nota, chiedono di concentrare idee ed energie per reagire alla crisi e puntare al rilancio attraverso un “Nuovo Progetto di Territorio”, partecipato dai principali soggetti sociali, economici e istituzionali. “In tale ottica di tenuta della coesione sociale – dicono – è fondamentale costruire una rete tra tutte le forze di rappresentanza che hanno a cuore il futuro del nostro territorio”.

“Le risorse che verranno messe a disposizione dall’Europa, a partire dal Next Generation Ue – dichiarano i segretari generali di Cgil Cisl e Uil dell’area metropolitana Enrica Valfrè, Domenico Lo Bianco, Gianni Cortese – rappresentano un’occasione irripetibile che non può essere sprecata, se si vuole contrastare efficacemente il declino e inaugurare una stagione di cambiamento e innovazione. È necessario, perciò, identificare filoni precisi, coerenti con gli indirizzi europei, elaborati ed accompagnati dalle competenze necessarie fino all’effettiva realizzazione. C’è la necessità di avviare profondi processi di trasformazione, di aggiornamento continuo delle competenze, di ricambio generazionale, per dare vita a un percorso di modernizzazione in grado di rendere attrattivo per le persone e per gli investitori il territorio della Città Metropolitana di Torino”.

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