Caso Pasquaretta: difesa, sindaca non parlò mai di minacce

L'ex portavoce della sindaca di Torino, Luca Pasquaretta, è chiamato a rispondere di estorsione perché, secondo il pm Gianfranco Colace, nell'estate del 2018 avrebbe fatto pressioni indebite per ottenere nuovi incarichi dopo l'interruzione del rapporto professionale con la prima cittadina. Gli avvocati Caniglia e Strata hanno fatto presente che l'accusa si basa sulle affermazioni dell'assessore Sacco, mentre la Appendino (che non si è nemmeno costituita parte civile) ha sempre detto di non essersi mai sentita minacciata dal suo ex portavoce. L'udienza è stata aggiornata al 23 febbraio. Gli episodi al vaglio del giudice sono diversi e gli imputati sono in tutto otto. Oggi il pm Colace ha ribadito le richieste di rinvio a giudizio. Per due figure minori, però, è già stato deciso di trasmettere le carte a Matera in relazione a un'altra delle vicende sotto esame, l'affidamento di un lavoro a Pasquaretta in Basilicata. All'allora portavoce della sindaca è contestata anche la genuinità di una prestazione professionale per l'edizione 2017 del Salone del Libro ricompensata con cinquemila euro. Una delle persone chiamate in causa per questo episodio e' Giuseppe Ferrari, vicedirettore generale del Comune di Torino: il suo difensore, l'avvocato Mauro Ronco, ha detto che "nonostante quanto fu spiegato in Consiglio comunale, sin dal febbraio di quell'anno era noto che il Cda aveva incluso Pasquaretta fra i numerosi consulenti di quell'edizione del Salone. Ferrari era stato indicato dalla Città come segretario della Fondazione per risollevare delle sorti della kermesse libraria e scongiurare il rischio che fosse organizzata a Milano. Nella questione Pasquaretta non ebbe ruoli decisionali". Il giudice ha respinto, inoltre, una richiesta dei legali di Pasquaretta sull'utilità di alcune carte dell'inchiesta sui fatti di piazza San Carlo recuperate solo in un secondo tempo dalla procura.

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