ECONOMIA DOMESTICA

Il Piemonte perde altre mille imprese

Nel 2020 una nuova contrazione (-0,23%) rispetto all'anno precedente. Il Nord-Est è l'area più colpita, in leggera controtendenza Torino. Le più piccole si rivelano le più fragili. Tra i principali settori aumentano solo Turismo, Servizi e Costruzioni

Sono quasi mille le imprese perse in Piemonte nel 2020. Nell’anno appena passato, infatti, le nuove aziende iscritte nel registro delle Camere di Commercio sono state 20.942, il 19,4% in meno rispetto alle 25.972 del 2019. Al netto delle 21.913 cessazioni (il 20,3% in meno rispetto alle 27.489 del 2019), il saldo appare ancora negativo per 917 unità. A rilevarlo è Unioncamere Piemonte, che sottolinea come lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2020 ammonti a 426.314 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7% delle imprese nazionali. “Il tessuto imprenditoriale piemontese è paralizzato dall’incertezza perché l’andamento della pandemia non permette di programmare il futuro – commenta il presidente di Unioncamere Gian Paolo Coscia – da un lato gli imprenditori non possono scommettere su nuove aperture e su nuove attività, dall’altro non hanno garanzie e certezze sulla durata dei provvedimenti istituzionali in tema di lavoro e dei ristori messi in campo dal Governo. A regnare sono il dubbio e la paura che fanno male a qualunque sistema economico”.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni conferma il trend di contrazione del tessuto imprenditoriale piemontese (-0,23%), lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2019 (-0,35%), e ancora in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,32%) del 2020. A livello di forma giuridica si evidenzia una sostenuta espansione delle società di capitale (+2,28%), una tenuta delle altre forme (categoria all’interno della quale troviamo le cooperative) e un calo delle realtà meno strutturate: imprese individuali (-0,43%) e società di persone (-1,87%). Nel dettaglio dei singoli settori, i servizi registrano un +0,98%, seguono il turismo (+0,74%) e le costruzioni (+0,83%). Il commercio segna un tasso del -1,04%, industria e agricoltura mostrano flessioni più consistenti, rispettivamente pari a -1,46% e -1,47%. Solo Torino segna una sostanziale stabilità (+0,16%). Il Nord-Est patisce di più del resto della regione. Le flessioni più significative si registrano a Vercelli (-0,85%), Alessandria (-0,84%), Verbania (-0,80%) e Biella (-0,77%). A Cuneo il tasso si attesta al -0,61% e ad Asti al -0,51%. Novara mostra, infine, una flessione più ridotta (-0,26%).

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