PROFONDO ROSSO

Cirio chiede i ristori al Governo:
"L'epidemia ci costa 220 milioni"

Tra spese sostenute e mancate entrate nel 2021 è salato il conto che le Regioni presentano a Conte. Si va dai costi per la sanità nella prima ondata di Covid ai trasporti. L'allarme dell'assessore Gabusi: "Rischiamo pesanti squilibri finanziari"

I bilanci delle Regioni sono a rischio. Tra spese sostenute e mancate entrate dovute all’epidemia il Piemonte reclama dal Governo “ristori” per almeno 220 milioni. Una situazione che accomuna Alberto Cirio a tutti gli altri governatori, come ha spiegato oggi in audizione a Montecitorio il suo assessore Marco Gabusi.

“C’è la possibilità di squilibri economico-finanziari per la sanità a causa delle mancate erogazioni dei rimborsi delle spese sostenute dalle Regioni per far fronte all’emergenza pandemica” ha detto Gabusi, a nome della Conferenza delle Regioni, durante l’audizione nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera. Il riferimento è a tutte quelle spese sostenute prima dell’8 aprile – giorno della nomina del Commissario al Covid Domenico Arcuri che ha poi centralizzato buona parte delle spese – in cui ogni regione ha dovuto far fronte di tasca propria all’emergenza sanitaria, attraverso l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, ecc.), ventilatori e altro. Le regioni hanno anticipato i fondi in attesa del rimborso da parte del Governo attraverso il fondo Protezione Civile. Ma queste risorse non sono mai arrivate “a causa dell’incapienza del fondo” spiega Gabusi. “Occorre sottolineare – ha proseguito Gabusi – che le Regioni secondo la Costituzione non possono finanziare spesa corrente con debito. È necessario intervenire sul piano normativo con una soluzione condivisa con l’esecutivo per individuare le coperture finanziarie delle spese sostenute per l’emergenza, così come si sta facendo per le amministrazioni centrali. Siamo di fronte a un rischio concreto di disavanzi che incombe sui bilanci regionali, quasi una beffa dopo gli sforzi intrapresi nella maggior parte delle Regioni nell’ultimo decennio proprio per ripianare i disavanzi pregressi”. In Piemonte, in particolare, piazza Castello si è esposta per 78 milioni.

Gabusi si è poi soffermato su altri tre aspetti. Il primo riguarda i mancati ricavi da tariffa delle aziende di trasporto pubblico locale che la recrudescenza dei dati sulla pandemia prospetta per tutto il 2021: “Per questo è opportuno – ha rimarcato – che il periodo di compensazione per i minori ricavi sia esteso fino al termine dell’emergenza che, come è noto, comporta una ridotta capienza dei mezzi pubblici. Solo per il primo semestre 2021 si prevede uno squilibrio nell’ordine di un ulteriore miliardo di euro, a causa dei minori ricavi tariffari e delle maggiori spese sostenute dalle aziende per la prevenzione del contagio”. Su questo capitolo il Piemonte attende ristori per 40-45 milioni.

Il secondo tema è quello delle minori entrate per l’esercizio 2021, a fronte di un quadro finanziario deteriorato tanto da portare il Governo, nel novembre 2020, al quarto scostamento di bilancio. “Auspichiamo – ha sottolineato Gabusi – che il Parlamento possa prevedere una revisione delle minori entrate 2021 per non impattare con misure pro-cicliche sull’economia anche perché l'impegno previsto dallo Stato per gli squilibri di bilancio finora previsto non sembra adeguato”. E qui si parla di una cifra tra i 100 e i 150 milioni, a seconda dell’andamento dell’epidemia. Il conto è presto fatto: nella migliore delle ipotesi servirebbero compensazioni da Roma per almeno 220 milioni.

Ultima questione prioritaria è quella degli “interventi necessari per il miglioramento della qualità dell’aria, anche a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea: occorrono interventi urgenti per la salvaguardia della tutela della salute e per lo sviluppo del Paese, rispetto ad un problema che persiste da molti anni. C’è la necessità – ha concluso Gabusi – che si finanzi almeno lo stesso importo che si stima possa essere la sanzione per il mancato rispetto della sentenza”.

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