CONCORDIA ISTITUZIONALE

Cirio e Appendino tifano Draghi

Dopo tanto battibeccare, presidente della Regione e sindaca di Torino ora si trovano dalla stessa parte. E così con il nuovo Governo prende vita anche il Ciriendino, fratello minore del Chiappendino ma dalla vita necessariamente più breve e travagliata

Nel giorno in cui il Movimento 5 stelle sospende la votazione su Rousseau per dare il via libera a Mario Draghi, a dar manforte ai gerarchi allo sbando arriva Chiara Appendino: “Il mio auspicio – dice la sindaca di Torino – è che un governo venga formato, un governo in cui il M5s possa far sentire la sua voce”. Una mano tesa ai tanti colonnelli che hanno già giurato fedeltà allo stato maggiore e ora temono la diserzione della truppa. A chi le chiede se tema spaccature, Appendino risponde che “non sono a Roma, ma auspico non ci sia nessuna spaccatura e che il Movimento possa essere forza responsabile di governo”.

La verità è che la base è in rivolta e non c’è mica bisogno di essere nella Capitale per accorgersene. Anche a Torino il gruppo – già falcidiato dalle tante defezioni di questi anni – è diviso sulla fiducia all’ex numero uno della Bce, che in fondo è pur sempre un banchiere e s’è già sentito dare dell’“ignorante”, in tema di scuola, dalla consigliera pentastellata Daniela Albano che in quanto insegnante si sente già proiettata nel novero degli esperti del settore. Per questo è stata sospesa la consultazione (“rischiavamo di finire sotto” ammettono da Roma, mentre attendono le mosse di super Mario). La prima cittadina fa il tifo per Draghi e nel giorno del viaggio di collaudo del prolungamento della metropolitana da Lingotto a piazza Bengasi aggiunge che “bisogna anche capire quale sarà la formula che proporrà il presidente incaricato” che poi è ciò va ripetendo il reggente Vito Crimi da ieri. E intanto Draghi incassa anche il sostegno del governatore Alberto Cirio che sul nuovo esecutivo dice: “Aspetto di vederlo, per ora vedo il comandante e mi piace”. Così nel magma delle consultazioni, a Torino nel nome di Draghi viene concepito un ircocervo, il Ciriendino, ectoplasma fratello minore del Chiappendino, ancora in nuce e dalla vita inevitabilmente breve vista la prossima scadenza del mandato della sindaca grillina. Dopo tanto battibeccare, governatore e sindaca sono finalmente d’accordo su una cosa.

Ma in attesa delle evoluzioni del quadro nazionale i due hanno già iniziato a stilare la lista della spesa.  Sul Recovery Fund “al Governo chiediamo che venga confermato l’approccio che c’è stato finora rispetto alle Città e alle comunità locali – dice Appendino –. I 200 miliardi che dovranno essere spesi, in innovazione, mobilità sostenibile, ambiente ma anche sociale devono vedere le Città protagoniste e sono certa che il presidente affermerà questo. Poi la capacità di spendere dipende anche dal contesto normativo in cui possiamo spendere”. Per Cirio, invece, la priorità è la montagna: “La prossima sarà una settimana delicata e importante. Anche lo sci potrà riaprire” e “sarà l’occasione per ricordare al nuovo governo che si insedia il fatto che i nostri operatori delle montagne aspettano ancora indicazioni certe sui ristori che devono ricevere”.

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