VERSO IL VOTO

Giorgis: "Non mi candido a sindaco"

Il deputato Pd chiude definitivamente la porta a ogni ipotesi di un suo ripescaggio a Torino dopo la mancata conferma come sottosegretario alla Giustizia. "Sono impegnato a Roma in un mandato che voglio ottemperare fino alla fine"

“Sono impegnato qui a Roma in un mandato che voglio ottemperare fino alla fine”. Con queste parole il deputato Andrea Giorgis chiude, in modo ormai definitivo, a ogni ipotesi di candidatura a sindaco di Torino. Anche la mancata riconferma nel ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ruolo ricoperto durante il secondo governo Conte, non ha cambiato una posizione assunta ormai da tempo. “Non rilascio dichiarazioni, ma come ho già detto un anno fa, sei mesi fa e pochi giorni fa, confermo che non sono disponibile” sono state le sue parole. Così anche chi, fino all’ultimo, ha tentato di ributtarlo nell’agone torinese dovrà ormai farsene definitivamente una ragione.

E sarà forse anche per questo ultimo asso, uscito dalla manica di chi finora si è messo di traverso alla candidatura di Stefano Lo Russo, che nell'incontro tra i parlamentari torinesi e i segretari provinciale e regionale del Pd, Mimmo Carretta e Paolo Furia, la percezione è stata di un sostanziale disgelo tra le opposte tifoserie. Un clima sereno, collaborativo e insieme la “consapevolezza dell’urgenza” di prendere una decisione. Di sciogliere definitivamente il nodo Torino, “indipendentemente dalle prossime determinazioni del governo”. È questo, in estrema sintesi, ciò che è emerso dal vertice di ieri sera. Bocche cucite, o quasi, al termine della riunione, un po' per non scoprire troppo le carte un po' per evitare di indispettire con un aggettivo di troppo la controparte. Si cammine su un crinale sdrucciolevole e nessuno vuole dare alibi all'altro. “Ci si aggiornerà a breve e verrà anche organizzato un incontro di confronto con la coalizione” è tutto ciò che filtra.

Tra i deputati e i senatori di Torino erano presenti Anna Rossomando, Stefano Lepri, lo stesso Giorgis, Mauro Laus, Piero Fassino e Francesca Bonomo. Assente Davide Gariglio, a causa di un altro impegno. Tra questi, finora, tre hanno sostenuto più o meno apertamente Lo Russo (Laus, Bonomo e Fassino) e tre, invece, si sono schierati con Mauro Salizzoni (Rossomando, Giorgis e Lepri). Gariglio è a mezza via, con una preferenza per l’ex chirurgo piuttosto che sul professore del Politecnico. Come uscirne?

Intanto i giorni passano, la sensazione di dover arrivare il prima possibile a una sintesi appare diffusa, nonostante la possibilità di un rinvio delle elezioni sia tutt’altro che remota. Anzi. La fine di febbraio è vicina e dell’applicativo del Pd per le consultazioni online ancora non se ne ha notizia, mentre c’è chi pensa che un eventuale slittamento delle elezioni in autunno potrebbe aprire una finestra per le primarie in presenza nei prossimi mesi, quando l’emergenza sanitaria potrebbe ridimensionarsi. Scenari che a oggi sembrano remoti: il nodo Torino va sciolto in fretta, sembra essere la cosa su cui ieri sera tutti convergevano, resta da capire il come.

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